Istiga-Track: giovani fotografi al Lem di Sassari

Salvatore Ligios era stato chiaro e lapidario, quando il comune di Villanova Monteleone decretò la chiusura del museo della fotografia “Su Palatu” di cui era il direttore. «La Sardegna — disse — è piena di palazzi che aspettano di essere abitati. Continueremo il nostro lavoro altrove». è stato di parola perché l’attività di questo fotografo, infaticabile scopritore di giovani talenti, è proseguita senza sosta.

Alla Galleria LEM di Sassari, si inaugura la rassegna “Istiga-track” che dal 25 gennaio al 13 aprile vedrà succedersi cinque mostre di giovani ma già maturi fotografi. L’esposizione è organizzata dall’Associazione culturale Su Palatu Fotografia & Vigne Surrau, l’assessorato alle Culture del Comune di Sassari, la Galleria L.E.M., la Fondazione Banco di Sardegna, la TAS industria tipografica e la Soter editrice..

«Sono lavori — scrive Ligios — tutti inediti e pensati appositamente per la galleria LEM. Non sono accomunati da nessun tema che non sia la riflessione sul mezzo fotografico dilatato nelle molte ipotesi espressive, con contaminazioni e derive, infiltrazioni e sfilacciamenti concettuali. L’unica necessità è quella di lasciare segno, traccia, istíga appunto — in lingua sarda — da cui far partire il dialogo».

Si comincia con “Framework” di Paolo Marchi, in mostra sino al 6 febbraio. Paolo Marchi, nonostante la sua giovane età ha un curriculum di tutto rispetto. Nato a Cagliari nel 1984 ha all’attivo numerose mostre e la partecipazione al prestigioso concorso “Menotrentuno” ideato da Ligios e curato da Sonia Borsato.

«è un progetto — scrive l’autore — ancora in divenire, nato dall’esigenza di sperimentare e di esplorare il paesaggio urbano contemporaneo. Uno sguardo futuristico e visionario verso ciò che m’interessa delle periferie e delle città, gli insediamenti, le tracce “fisiche” provvisorie o definitive che le persone hanno lasciano e lasciano sul territorio creando identità e storia».

Uno studio sui luoghi che propone una visione onirica, quasi poetica, accentuata dal bianco e nero, dall’uso di fotocamere giocattolo Lomo e da esposizioni multiple che rendono una visione pittorica delle architetture, trasfigurando la realtà degli ambienti con richiami ai fotomontaggi di David Hockney, artista inglese attivo tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta, e al lavoro del primo Nino Migliori.

La visione architettonica di Marchi non vuole essere documentaristica o piacevolmente estetica. Nei suoi scatti il paesaggio viene scomposto e ricomposto, gli spazi si dilatano, si moltiplicano, sfumano in un gioco di specchi deformanti che rendono una evidente contaminazione fra sogno e realtà, tra passato e futuro.

Con la rassegna “Istiga-track” l’universo fotografico di Ligios esce dalla gabbia delle strutture museali localizzate per diffondersi, come l’aria, nel territorio e portare il linguaggio fotografico in qualunque luogo qualificato disposto ad accoglierlo. Una location diffusa che sta dando frutti straordinari.

Enrico Pinna

 

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