Il Teatro che resiste, ad Alghero grande successo per ‘InScenaT’

T come Teatro. La piacevole scoperta – proprio nei giorni in cui il teatro sardo piange una scomparsa importante, quella di Pierfranco Zappareddu – di vedere il teatro storico di Alghero (un Teatro all’italiana, con 250 posti, che ha da poco festeggiato i 150 anni) che si riempie di giovani per vedere produzioni originali, nate e pensate in Sardegna. La seconda notizia è l’entusiasmo e la vitalità di questa piccola compagnia di teatro, lo Spazio T, che in tempo di crisi riesce a mettere in cartellone cinque spettacoli in quattro giorni, e porta circa seicento persone a vedere produzioni di una nuova generazione di artisti con il chiaro intento di proporsi fuori dalla Sardegna.

La piccola rassegna, inScenaT, proposta dallo Spazio T, in collaborazione con la Fondazione META ed il Comune di Alghero, è stata pensata come una naturale prosecuzione del Cap d’Any di Alghero.

Dal 5 all’8 di Gennaio sono stati proposti il reading musicale “Circotango e altri blues” scritto da Massimiliano Fois diretto e interpretato da Maurizio Pulina, con Giusy Salvio e i musicisti Davide Ruda, Mattia Uldanch e Antonio Fortunato. Lo spettacolo “Delirium Vitae” di e con Michele Vargiu e Giulio Federico Janni, già impegnati con la tournèe dello spettacolo in tutta Italia. Un monologo ispirato a “Mistero Buffo” di Dario Fo “Com’è nato il giullare?”, di e con Maurizio Giordo. “Giordano Bruno e la pietra della bellezza”, uno spettacolo di video-teatro prodotto dallo Spazio-T nel 2013, già ospitato in diverse città d’Italia. Alla fine Chiara Murru – fondatrice e direttrice della rassegna – mentre ringrazia il pubblico soddisfatta dice: “Sapevamo che Alghero aveva fame di teatro!”.
Lo spettacolo di ieri, “Era la nona?”, a chiusura della rassegna, è uno spettacolo liberamente tratto da “Era la quinta, non era la nona” di Aldo Nicolaj. “Era la nona?”, interpretata e diretta dalla giovane regista algherese, Chiara Murru (premio miglior regia Roma Fringe Festival 2012), con Maurizio Pulina e Antonio Luvinetti. È una commedia tragicomica che narra in salsa divertente l’antico dramma delle relazioni di coppia: il predominio della donna sull’uomo tra le mura domestiche. Come a dire che il riscatto del ruolo predominante nella società per la donna può avvenire solo grazie alla furbizia, alla scaltrezza, al sadismo. La protagonista, Eva, è una donna che usa tutti i suoi mezzi, compresa la seduzione, per legare l’uomo al proprio interesse ed alla propria volontà. Ma alla fine sarà proprio questo a permettere ai due uomini in scena la rivincita. La morale della pièce, pur con il sorriso alla bocca, è che la donna non esce mai vincitrice quando si pone tra due uomini in cerca di una vita normale: fatta, in fondo, di interessi reciproci e di cose da condividere.

La regia è fresca, giovane, dinamica. Soluzioni sceniche essenziali, colorate, frizzanti: certamente in linea con il carattere di questa giovane regista, e con i dialoghi serrati del testo di Nicolaj, capace di creare personaggi “solo attraverso il dialogo”.

Davide Fara

(immagini di Giovanni Salis)

 

 

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