Il reggae sardo dal respiro europeo: tornano gli Arrokibi Roots col terzo album

Lo scorso anno sono stati classificati come il miglior gruppo reggae per l’Italia e il terzo classificato per l’Europa all’European Reggae contest del Rototom Sunsplash, manifestazione a cui avevano già partecipato nel 2010, nella prima edizione spagnola. Ora gli Arrokibi Roots (Giammarco Jimmi Montisci, Leticia Cabiddu e Simona Pala alle voci; Alessandro Murranca alla batteria; Simone Maccioni al basso; Adriano Pinna alla chitarra ritmica; Michele Fois alle tastiere; Nicola Piras al Sax; Giacomo Orrù alla chitarra; Stefano Ollano alle percussioni) tornano più carichi che mai dopo un piccolo periodo di silenzio con la pubblicazione del disco “Directions”.

L’album contiene tredici tracce e viene pubblicato a tre anni di distanza dal precedente “Different”. Caratterizzato da una vasta gamma di sonorità, spazia dal roots music al rub’a’dub, dal rocksteady al dub. E’ stato anticipato dai singoli “Love to Survive” e “Faya Bo(u)rn” che hanno confermato la buonissima produzione musicale della band mogorese e la sua capacità di imporsi nel panorama europeo come una delle band più fresche. Simone Renz Maccioni ci parla della genesi del disco, disponibile in digitale su iTunes, Amazon, Spotify. Sul sito ufficiale della band (www.arrokibiroots.it) potete ordinare la versione CD.

“Directions” è il vostro nuovo disco. Quali sono le direzioni che volete perseguire e quali i lidi che volete raggiungere?
Nessuna direzione in particolare se non quella nel continuare a suonare quello che ci piace ovvero reggae music in tutte le sue varianti cercando di non cadere sul banale e cercando trasmettere per quanto ci è possibile un messaggio di protesta e di riflessione sulla condizione della nostra vita, del mondo. Per quanto riguarda i lidi invece ci piacerebbe portare ancor di più la nostra musica al di fuori dalla nostra amata Sardegna come già facciamo, ma ahimè lavoro, crisi, condizioni svantaggiate di insularità non ci permettono di essere presenti tanto quanto vorremmo.

Come e dove è nato questo disco? Chi ha partecipato alle registrazioni?
Questo disco è nato in due anni e più di attività di live e di sala, contiene brani sentiti già in live e altri totalmente inediti. Un disco prodotto praticamente a due mani tra noi Arrokibi e la CubaRec di Serramanna, ormai studio di riferimento per la reggae e la black music nel sud Sardegna , con i padroni di casa Filippo “ToniSan” Mulas e Michele “Rootsman I” Mulas cantante dei Train to Roots. Sul disco compaiono anche Paolo Baldini di Africa Unite e Antonio “Papantò” Leardi sempre Train to Roots in un remix Dub. Altra grossa mano d’aiuto viene da Gabriele Cordedda, bassista degli Arawak , ma che a questo giro ci ha curato le grafiche del nuovo lavoro.

Cosa cambia in questo disco rispetto ai precedenti, dal punto di vista musicale e lirico?
Diciamo che nel disco si nota la crescita artistica della band e alcuni passi in avanti, abbiamo messo in pratica l’esperienza e gli insegnamenti raccolti in questi anni, abbiamo suonato con tantissimi grandi artisti e messo in pratica tante nozioni raccolte qua e là senza mai abbandonare la nostra linea. C’è tanto da fare, e tanto da imparare, mai fermarsi…

Siete una band sarda e, come hai detto prima, è difficile promuovere al meglio la propria musica fuori dai confini. Come riuscite a portar fuori la vostra sardità?
La nostra sardità forte e orgogliosa non traspare dai nostri lavori, ad esempio non abbiamo nessun brano in Limba in questo nuovo lavoro, ma neppure nei precedenti se non il featuring nel precedente disco con Bujumannu cantante dei Train to Roots. La sardità la portiamo dentro nella tenacia e nella testardaggine di perseguire determinati obiettivi, con la bandiera a darci la carica nel mettere in scena il miglior show possibile. Al di fuori dello spettacolo vero e proprio, la sardità sta nel nostro nome: Arrokibi infatti è il nome in Limba del nostro rione di nascita.

Simone Spada

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share