Il nuovo anno per quattro artisti sardi. Fresu, Murgia, Cullin, Cabiddu nel 2019

Qualche giorno a casa, il tempo di un brindisi con famiglia e amici, e poi subito al lavoro. Non perdono tempo gli artisti isolani, impegnati in progetti di ampio respiro, dalla musica al cinema, per un inizio d’anno carico di progetti. Paolo Fresu, dopo aver trascorso come da tradizione il Natale in famiglia nella sua amata campagna di Berchidda,  in queste giorni si trova a Orvieto,  protagonista del cartellone invernale dei concerti targati Umbria Jazz Winter. “Una manifestazione bellissima che, tra musica, enogastronomia e incontri, si consuma in una città affascinante e accogliente, ancor più suggestiva durante questi giorni di festa” racconta. L’inizio del 2019 porta anche qualche giorno di vacanza, a Berlino per la precisione, sempre con la famiglia, poi si torna a Bologna e si riparte con Tempo di Chet lo spettacolo ispirato al grande Chet Baker che tra musica e parole rievoca lo stile lirico e intimista di un jazzista tanto maledetto quanto leggendario. “Saremo in tournée fino alla primavera – sottolinea Fresu -. Poi mi prenderò tutto il tempo necessario per preparare  i concerti e gli appuntamenti estivi, tra cui il progetto Notelementari, dedicato alle scuole, la XXXII edizione di Time in Jazz e le nuove tappe del Festival del Jazz Italiano, una maratona di musica nei territori di Amatrice, Scheggino e L’Aquila colpiti dal sisma”.

Nuovo anno col botto anche per un altro musicista sardo, il sassofonista Gavino Murgia, che salutato il nuovo anno con un cenone in compagnia di amici nella sua amata Nuoro, quest’anno si occuperà prevalentemente della pubblicazione dei sue due nuovi dischi e dell’uscita, nelle sale di tutta Italia, del film Canto a Tenore di cui firma la regia. “Tre progetti a cui tengo moltissimo – ha detto -. La pubblicazione di due nuove produzioni musicali è di per sé una scarica di energia, se poi penso che andrò in sala d’incisione con due giganti come Hamid Drake, batterista e percussionista americano, e Majid Bekkas, polistrumentista e compositore marocchino, posso davvero dire che il 2019 inizia col botto. Il secondo disco a cui sto lavorando, ha invece un carattere più intimista, nasce sulla scia di Abba s’Abba, spettacolo ispirato alle molteplici sfaccettature dell’elemento acqua: l’acqua come generatrice di vita ma anche portatrice di sciagure. Un elemento che mi affascina da sempre, perché dall’acqua nasce tutto, e i sardi hanno sempre avuto un rapporto particolare con l’acqua, dedicandole rituali e culti fin da tempi antichissimi”. Per Murgia il 2019, porta anche un piccolo cambio di rotta rispetto al lavoro come musicista. Agli inizi dell’estate, infatti, uscirà il film A Tenore, di cui oltre a realizzare le musiche firma per la prima volta la regia. Un viaggio nei luoghi della tradizione, tra Orgosolo, Orune, Mamoiada e altri paesi del centro Sardegna. Presentato qualche mese fa a Cagliari con un’anteprima, il film uscirà agli inizi dell’estate e si avvale della fotografia e del montaggio di Ferruccio Goia, talentuoso filmaker. “Il canto a tenore è un capolavoro della cultura musicale sarda, una straordinaria testimonianza di una tradizione sonora unica, con una varietà di voci e stili che tutto il mondo dovrebbe conoscere. Un tributo che sento doveroso per la mia terra, custode di questo straordinario tesoro artistico riconosciuto dall’Unesco patrimonio intangibile dell’Umanità. Un canto costruito attraverso la fusione di quattro voci che danno vita a un’armonia e a una purezza senza eguali”.

Dita incrociate e bocca cucita per Jacopo Cullin, l’attore cagliaritano applaudito sul set de L’Arbitro e La Stoffa dei Sogni . “Spero davvero che il 2019 sia l’anno della svolta – commenta -. C’è un progetto a cui tengo moltissimo e che per superstizione non voglio svelare, ma siamo alle battute finali e spero davvero vada in porto. Mi hanno chiamato anche per girare un nuovo spot (anche questo top secret, ndr), e poi finalmente, in primavera mi godrò l’uscita dell‘Uomo che comprò la luna, il film diretto da Paolo Zucca  che mi ha tenuto impegnato con le riprese gran parte dello scorso anno.  Con Paolo vogliamo portarlo in giro per il mondo e proiettarlo nei principali festival cinematografici internazionali, quindi credo che sarà un anno in cui viaggerò molto, per me viaggiare è sempre un grande piacere”. Presentato lo scorso ottobre in anteprima alla XIIma edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, la nuova commedia firmata da Zucca si serve di tutti gli stereotipi sulla sardità per deformarli ed estremizzarli in funzione di un’ironia feroce. Lo spunto della storia è quello dell’avventura di una spia sarda che mastica un improbabile dialetto milanese, alla ricerca di un suo corregionale il quale avrebbe comprato niente poco di meno che… la luna!

Qualche giorno di vacanza nella sua casa cagliaritana anche per il regista Gianfranco Cabiddu, che saluta il 2018 reduce dal successo de La Stoffa dei sogni, meritatissimo David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale. Anche per Cabiddu il 2019 sarà ricco di impegni: il nuovo film, L’orchestra di Piazza Vittorio, è stato accolto a Roma con cinque applausi a scena aperta ed è in attesa di essere distribuito nelle sale di tutta Italia. Un film musicale che rivisita l’opera di Mozart, arricchendola e adattandola ai nostri giorni, interpretato in otto lingue dai musicisti‐attori della multietnica orchestra romana.”Un film che ho amato molto e che non vedo l’ora esca in tutte le sale. Purtroppo, i meccanismi della distribuzione sono molto complicati, quindi non mi resta altro che aspettare”. Ma i progetti di Cabiddu per il nuovo anno sono molteplici. “Sto finendo di girare il documentario su Luigi Lai, il maestro di launeddas erede della scuola di suonatori del Sarrabus, e mi impegnerò moltissimo affinché il mio sogno di mettere in scena l’opera lirica Cavalleria Rusticana tra le miniere del sud Sardegna diventi realtà. Le idee, i progetti, la creatività non mancano, ma anno dopo anno tutto si fa più complicato, la sensazione è quella di essere sempre più circondati dalla confusione. Il mio augurio per l’anno nuovo è che il mondo della cultura resista e continui a infondere preziose energie. Oggi più che mai c’è bisogno di fare squadra, di volersi bene, di essere più tolleranti e comprensivi. Vorrei davvero che nel 2019 diventassimo finalmente delle persone serie”.

Donatella Percivale

 

 

 

 

 

 

 

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