Film-fiaba firmato da Cabiddu e Tronco: omaggio all’Orchestra di piazza Vittorio

Dopo essere stato proiettato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, ‘Il flauto magico dell’Orchestra di piazza Vittorio’, firmato da Gianfranco Cabiddu e Mario Tronco, è stato presentato alla stampa il 14 giugno scorso, mentre arriverà nelle sale di tutta Italia il prossimo 20 giugno.

Dopo l’omaggio al teatro di Shakespeare e di Eduardo con la ‘Stoffa dei sogni’ – che a Cabiddu hanno fatto conquistare, tra gli altri premi, un Globo d’oro e un David di Donatello – il regista sardo approda a un film che riesce a contaminare le arti visive e sonore, saldando con sapienza classico e moderno.

Come ha affermato lo stesso Cabiddu, si tratta di “una improvvisazione che spazia dal classico al folk, cavalcando ogni genere, senza essere schiavo di nessuno”. Il progetto cinematografico, però, non è una “modernizzazione” banale o superficiale, non segue dettami alla moda e neppure semplici obiettivi didattici. Il regista sardo, con la collaborazione preziosa di Mario Tronco, è riuscito a dare anima a un classico del repertorio operistico, ricreandolo con immagini e suoni provenienti dalla cultura contemporanea. In questo senso, veramente geniale la scena del passaggio al mondo fantastico, vissuto come in un coloratissimo videogame.

La forza del film, ovviamente, sta nel servirsi dell’Orchestra di piazza Vittorio, un’iniziativa straordinaria e multietnica. Nata nel 2002 da un progetto dello stesso Tronco e di Agostino Ferrente, l’ensemble era sorto da un’esigenza culturale precisa del quartiere Esquilino che, negli anni Duemila, stava diventando crocevia di etnie diverse, di abitanti alla ricerca di un’inclusione nel nostro Paese, rispettando comunque e valorizzando le proprie radici linguistiche e culturali. L’Orchestra di piazza Vittorio divenne popolare con un film di Agostino Ferrente del 2006, ma il cammino di questo ensemble è stato di enorme successo, soprattutto nelle messe in scena multietniche di opere liriche come Carmen o Don Giovanni.

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Certo, come ha sottolineato Mario Tronco, “con onore e al tempo stesso con tristezza, oggi l’Orchestra di piazza Vittorio, un centinaio di musicisti di cui 15-20 gli stessi dell’inizio, è nomade, internazionale e lavora soprattutto in Francia e a Lione”. Anche, ‘Il flauto magico’ da Mozart divenne uno spettacolo di successo dell’Orchestra nel 2008. Il film, però, seppure riprende idee e arrangiamenti musicali di quello spettacolo, la reinventa facendola diventare totalmente cinematografica, anche se non mancano gli omaggi con trucchi ‘a vista’, splendidi costumi (firmati da Ortensia De Francesco) alle macchine teatrali di un tempo. Così, gli effetti speciali aiutano, senza essere invasivi, l’aspetto meraviglia della fiaba, ma si apprezza anche la capacità di ricreare un luogo ‘quotidiano’ della città di Roma come il giardino di piazza Vittorio.

La sua Porta magica, i palazzi storici, le statue sembrano essere scenografia pensata da sempre per l’opera mozartiana. Come ha affermato Fabrizio Bentivoglio, interprete carismatico nel film del personaggio di Sarastro nonché uno degli autori della sceneggiatura con Mario Tronco, Alessandro Arfuso, Fabrizio Natale e Doralice Pezzola, la piazza col suo parco diventa “un giardino che sembra avere un’anima umana, una piazza romantica e tragica al tempo stesso, che stordisce”. Per questo motivo, il film inizia con un bizzarro custode che chiude, al tramonto, i cancelli del parco, in maniera tale da poter far iniziare proprio in quello spazio la favola mozartiana. Alla fine, però, sempre nella notte – ormai riportata, a conclusione della fiaba, in giusta alternanza col giorno -, i tre giovani protagonisti Tamino (Ernesto Lopez Maturell), Pamina (Violetta Zironi) e Papageno (El Hadrji Yeri Samb) escono, cantando la celebre canzone di Papageno, dalla piazza. Dall’alto, li vediamo entrare senza paura nelle vie della città; si è realizzato ciò a cui ambivano i registi: “Con una compagnia multietnica di questo genere, confortati da un ‘punto di partenza’ universale e popolare come la musica di Mozart, abbiamo intrapreso questo viaggio cinematografico con la certezza che lo splendore della musica e della poesia veicoli al meglio un messaggio oggi più che mai necessario e universale”. Il film è una coproduzione italo-francese della Paco Cinematografica con la Denis Friedman Productions con Rai Cinema e sarà distribuita dalla Paco cinematografica.

Elisabetta Randaccio

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