Festival jazz Sant’Anna Arresi omaggia Max Roach: appuntamento a settembre

Si è svolta nella mattinata di venerdì 7 aprile la conferenza stampa del festival organizzato dall’Associazione Punta Giara “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” il cui programma è stato presentato nella Biblioteca Regionale “Sala Lilliu” a Cagliari, mentre la prossima si terrà nel cuore della manifestazione, il Sulcis. A presiedere all’incontro il patron del festival Basilio Sulis, il direttore artistico Andrea Murgia, il segretario dell’associazione Paolo Sodde, il direttore responsabile per la testata “La Provincia del Sulcis Iglesiente” Giampaolo Cirronis con gli interventi della sindaca di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, accompagnata dall’assessora al turismo, ambiente e decoro urbano Camilla Melis, la sindaca di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus e infine il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis Gianfranco TrulluL’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo è stato invece rappresentato dal professor Andrea Dettori consigliere comunale e responsabile alla Cultura per la città metropolitana di Cagliari, il quale ricorda ai presenti che “Il jazz è strettamente legato al tema dei diritti civili”.

 

Un’affermazione attinente al leitmotiv di quest’anno “We Insist!” che prende spunto dal titolo dell’album del batterista Max Roach a cui il festival sarà dedicato. Uscito nel 1960, il disco è stato una vera e propria dichiarazione di emancipazione da parte del musicista afro-americano e che sarà poi il punto di partenza per le lotte dei due decenni successivi. Un naming azzeccato, dunque, per questa 32esima edizione, corredata da un manifesto che rappresenta gli elementi chiave della protesta: le percussioni, i muri e il filo spinato che vorrebbero arrestare le migrazioni, ma non annientano il desiderio di libertà, fuga e volontà di abbattere i confini siano essi materiali o solo ideali.

 

A Sant’Anna Arresi e nel Sulcis, la percezione dell’isolamento e dell’emarginazione è ancora più sentita e l’Associazione Punta Giara ha deciso da tempo di prendere una posizione netta per quanto riguarda l’annientamento del vittimismo stagnante che pervade una regione storica troppo spesso ricordata per la sua economia e le proteste che ne derivano, trascurando gli aspetti che renderebbero prospero questo territorio.

 

Il determinato e testardo Basilio Sulis si batte proprio su questi punti, riconoscendo al turismo un ruolo fondamentale per il coinvolgimento dei comuni del territorio, ma il miglioramento deve partire da una base di giustizia ed equità “L’ospitalità è una caratteristica riconosciuta ai sardi nell’immaginario collettivo che però deve essere anche quello reale. L’associazione è da sempre connessa al mondo circostante perché dalla musica trae spunti per parlare della società e la società contribuisce all’utilità della musica stessa” spiega Sulis che, con il sostegno del suo comune, ha potuto ospitare durante il festival del 2016 gli uomini e le donne approdati nelle dune di Porto Pino, creando un clima di condivisione e una rinascita esemplare dell’accoglienza sarda.

 

Non solo concerti, dunque, per l’edizione numero trentadue di Ai Confini tra Sardegna e Jazz guidata da una manifesta volontà di rivoluzione anche per quanto concerne la parità di genereQuesta edizione sarà connotata oltre che dalle percussioni e la loro evoluzione, anche da una fortissima presenza femminile” donne “Non solo creazione di vita ma anche creatrici di visioni artistiche, culturali e sociali. Lo sguardo delle Muse (di Max Roach) ci aiuterà e ci guiderà attraverso una profondità che riuscirà forse a destabilizzare preconcetti millenari privi di ogni fondamento”. A rimarcare anche quest’aspetto, interviene Ponziana Ledda dell’Associazione Destinazione Sulcis per presentare il suo progetto I-dee Madri che si occuperà di organizzare escursioni, laboratori e workshop partendo proprio dalla visione creativa delle donne coinvolte.

 

Il programma:

L’anteprima del festival, si terrà -come lo scorso anno- il 31 agosto nella chiesetta romanica di Palmas, San Giovanni Suergiu, con i Percussion Evolutions. L’omaggio alle percussioni inizierà con un ospite e amico di lunga data Hamid Drake insieme il balafonista Aly Keita ed il cantante e percussionista Boni Gnahorè.

 

Il 1° settembre, alziamo il sipario per decretare l’inizio ufficiale del festival con una formazione tutta africana. La cantante della Costa d’Avorio Dobet Gnahorè presenta un concerto di melodie e suoni africani con una formazione che prevede ancora Hamid Drake, Boni Gnahorè, Aly Keita, e Mike Dibo (batteria), Valery Assouan (basso) con due brani dedicati a Nelson Mandela.

 

Il 2 Settembre in Piazza del Nuraghe una serata per due concerti, il primo vede la partecipazione del duo Courvasier-Wollesen ed il secondo è il progetto Lean Left. Sylvie Courvasier è una pianista svizzera attiva e riconosciuta in ambito jazzistico, qui affiancata dal batterista Kenny Wollesen.

Il secondo set prevede sarà tutto di un’ottima formazione sospesa tra improvvisazione, ritmo, melodia e rumore. Il sax di Ken Vandermark guiderà i due chitarristi Andy Moore e Terry Ex ed il batterista

Paal Nilssen-Love.

 

3 settembre: Hamid Drake ed il balafonista ivoriano Aly Keita per farci immergere in un incontro tra due culture africane ed americane mentre il secondo concerto sarà affidato a David Virelles (piano), che con Vicente Archer (basso), Romàn Dìaz (percussioni) e Eric McPherson (batteria) con un’esclusiva del festival. Il pianista cubano porta sulla scena La Voce (Mbokò) che rappresenta la parola della divinità tesa fra Africa e Cuba.

 

Il 4 settembre Il maestro Joe Chambers sarà protagonista di un solo di piano primo set che poi lascerà il campo al Summit Quartet di Gustafson, Vandermark, Luc Ex e Drake in una produzione originale e la presentazione del disco registrato nel 2016 proprio sul palco del festival e prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara.

 

Martedì 5 Il giro di boa è un’altra esclusiva del festival, M’Boom Repercussion. Lo spirito di Max Roach prenderà forma sul palco con una riproposizione di uno dei suoi capolavori con Marc Abrams (basso), Pietro Tonolo (sax), Eli Fountain (batteria), Diego Lopez (percussioni) parteciperanno anche Joe Chambers (vibrafono), Ray Mantilla (percussioni) e Warren I. Smith (batteria). Chambers, Mantilla e Smith sono i musicisti originali che accompagnarono Roach nella registrazione del disco. A questa formazione si aggiungerà anche un quartetto d’archi proveniente dal Conservatorio di Cagliari, ad inizio serata in prima assoluta Tizino Tononi con Susie Ibarra con il progetto Drums, Gongs & Bamboo, un esaltante dialogo tra percussioni.

 

David Vireless salirà nuovamente sul palco di piazza del nuraghe il 6 settembre in un solo di piano. A seguire, Shamania di Marilyn Mazur. La Mazur è un’artista poliedrica che ha suonato con Davis e Gil Evans. Per questa occasione ha allestito uno spettacolo di sole donne che ci regaleranno uno dei concerti più attesi di questa edizione.

 

Il 7 settembre il solo di Tyshawn Sorey, un giovane batterista americano che ha collaborato con Zorn, Wadada Leo Smith, Anthony Braxton. Subito dopo, Odd Time di Kassa Overall (batteria), Kool A.D (voci & dj), Dada Powell.

 

Kassa Overall ed il suo Trio apriranno il primo set del giorno successivo, l’8 settembre, per poi lasciare spazio al batterista Tyshawn Sorey accompagnato da Corey Smithe al piano e Chris Tordini.

 

Penultima serata con l’orchestra Burnt Sugar e i suoi 17 portentosi musicisti ci offrirà una rilettura dell’album Freedom Now! di Max Roach. Il concerto è una produzione originale creata appositamente per questa edizione del festival.

Cala il sipario, il 10 settembre, sul paco il Liquid Stone Trio. Michele Uccheddu (percussioni), Caterina Genta (cantante, performer), Emanuele Balia (elettronica) ci porteranno in un universo di suoni creati per spingere più in là i confini delle strutture musicali. In seconda serata rientra la Burnt Sugar. L’ensemble si esibirà in una personale rilettura dei grandi successi della musica nera da Hendrix a Prince passando per la Motown ed il jazz.

Martina Serusi

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