Elva Lutza, sperimentazione e folk: venerdì il concerto all’Acquario di Cala Gonone

Folk e tradizione, improvvisazione, jazz, ritmi balcanici e mediterranei: sono le suggestioni che si trovano nella musica di Elva Lutza, duo sassarese che questa sera alle 19 nella splendida cornice dell’Acquario sarà uno dei protagonisti della quinta serata di Cala Gonone Jazz, il festival organizzato dall’associazione Intermezzo e giunto quest’anno alla trentesima edizione.

Cala Gonone Jazz, ultimo weekend: Tony Momrelle, Baba Sissoko e il progetto Krónos e Kairós

“Il nome Elva Lutza” – sottolineano i musicisti Nico Casu e Gianluca Dessì – potrebbe far pensare a qualche  diva della canzone dei paesi del socialismo reale, è in realtà un nome sardo: s’elva lutza è l’erba magica, l’erba delle fate”. E in effetti di magico c’è tanto, nei due lavori discografici prodotti dal duo: un mix singolare fatto di ascolti e influenze diversissime che ricordano a tratti i ritmi scatenati dei Balcani o una festa in piazza a suon di ballu tundu, le sperimentazioni della musica contemporanea o i suoni tradizionali delle isole britanniche. È proprio l’originale combinazione tra questi generi che ha portato Elva Lutza a vincere il Premio Parodi nel 2011, vittoria accompagnata da un grande successo di pubblico e critica e dalla collaborazione con altri artisti del panorama internazionale come la cantante sarda Elena Ledda, la catalana Ester Formosa, il decano della world music italiana Kaballà. Nel 2012 la casa discografica S’Ard Music ha pubblicato il disco omonimo “Elva Lutza”, due anni dopo è uscito “Amada” in collaborazione con il cantante occitano Renat Sette; “Amada” conquista il premio Mario Cervo come miglior disco sardo dell’anno e il quarto posto al premio Lono, unico premio italiano per la discografia folk.

I due Elva Lutza Nico Casu, trombettista e cantante già collaboratore, fra gli altri di Daniele Sepe, Nuova Compagnia di Canto Popolare e Roberto de Simone e Gianluca Dessì, chitarrista dalle varie esperienze in ambito etno-folk, sanno bene di non poter collocare la loro musica all’interno di un genere preciso. “Il fatto di suonare spesso nei Festival e nelle rassegne che hanno il suffisso ‘Jazz’ nel nome, e forse il fatto di avere una tromba nell’organico, ci ha dato la patente di jazzisti – ci ha raccontato Gianluca Dessì – mentre entrambi veniamo dalla musica classica e dal conservatorio. Abbiamo speso i nostri anni migliori nella musica di derivazione popolare, il nostro caleidoscopio di influenze nasce da un inaspettato background di ascolti comuni: la musica sarda, quella dell’est-europa e espressioni più colte come la canzone napoletana o la musica contemporanea. La combinazione di questi ascolti è stata quasi sempre pacifica, senza mai forzare niente: per dissipare i reciproci dubbi ognuno si prende la paternità dei brani più controversi così ciascuno, davanti ai clamorosi insuccessi, può dire che il brano è dell’altro”.

Nella musica del due sassaresi le mille influenze sono elementi che uniscono e creano sintonie: in un momento storico di muri, intolleranze e divisioni ci chiediamo se la musica possa davvero essere un elemento di pace e dialogo. “Questo è il motivo per cui parole come identità (e il suo imbarazzante aggettivo ‘identitario’), appartenenza, autenticità mi creano sempre un po’ di sospetto: ci interessa quello che può unire, trovare delle formule ritmiche, melodiche e esecutive che possano essere universali, non dividere. La nostra musica, ad esempio, ha molto più in comune con quella dei griot africani che con quella degli Istentales. La musica può e deve essere strumento di dialogo, ma credo che certi concetti (uguaglianza, condivisione di diritti, solidarietà) debbano essere connaturati all’esistenza umana. Abbiamo collaborato tantissimo con musicisti provenienti da altre parti del mondo e ciascuno ha messo a disposizione i propri saperi e la proprie sensibilità e abbiamo fatto in modo che queste venissero sempre valorizzate, mai piegate od edulcorate. La musica può risvegliare la sensibilità, difficilmente può cambiare le coscienze”.

L’appuntamento è per le 19 di questa sera all’Acquario, il concerto sarà accompagnato dalla degustazione dei prodotti della Cantina di Dorgali e della Cooperativa dei Pastori. Quello a Cala Gonone sarà per gli Elva Lutza uno degli ultimi concerti dal vivo prima dell’uscita del nuovo disco, in programma per la prossima primavera.

Francesca Mulas

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share