A Orani in mostra il grande fregio che Nivola realizzò per l’Olivetti a New York

Andrea Deidda

di Andrea Deidda

Un’opera realizzata col marchio di fabbrica che l’ha reso celebre in tutto il mondo e per una delle aziende italiane più all’avanguardia in quel momento. Stiamo parlando di Costantino Nivola e dell’Olivetti. Due nomi che si incrociano a New York nel 1954 quando l’artista di Orani realizza, per il salone espositivo sulla Fifth Avenue, un rilievo lungo più di ventitré metri fatto di gesso e sabbia, una tecnica conosciuta come sand-casting, e che simboleggia in astratto il mare, le spiagge e il cielo mediterraneo.

Dal 15 aprile al 15 luglio quell’opera sarà visibile anche al Museo di Orani all’interno della mostra ‘Nivola & New York Dallo Showroom Olivetti alla Città incredibile’. Grazie all’utilizzo di particolari tecnologie quali il visual computing, la stampa 3D e il videomapping è stata ricostruita una fedele riproduzione in scala uno a uno. “Con i suoi 101 metri quadri di estensione – si legge in una nota -, si tratta di uno dei più grandi progetti di riproduzione tridimensionale di beni culturali con fresatura robotica mai realizzato”.

Una fase della ricostruzione del fregio

“La mostra ruota intorno a questo straordinario rilievo, esteso a coprire un’intera parete del museo, che ha esattamente le stesse misure dell’opera – fa sapere Giuliana Altea una delle curatrici della mostra assieme a Antonella Camarda, Luca Cheri e Carl Stein -. La riproduzione consentirà di osservare da vicino i dettagli di una scultura il cui originale, conservato a Harvard, è difficilmente visibile dal grande pubblico. La realizzazione è frutto del progetto Nivola X Olivetti, che ha visto collaborare con la fondazione Nivola le università di Harvard e di Sassari, il Crs4, il Cnr con l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo” di Pisa, il fab lab della Camera di Commercio di Nuoro, l’Archivio Olivetti di Ivrea e la fondazione Olivetti di Roma”.

Una foto dell’opera originale

Se il rilievo Olivetti è il punto di partenza della carriera americana di Nivola, la Combined Police and Fire Facility del 1984 è il punto di arrivo. Come dice Carl Stein, autore del progetto architettonico e amico di Nivola: “L’artista, al termine della sua carriera, ha scelto un approccio narrativo raccontando il lato umano delle forze di polizia, mettendone in luce la responsabilità civica, concentrandosi su episodi di quotidiana presenza dello Stato invece di esaltare i valori assoluti dell’istituzione”.

La ricostruzione dell’opera di Nivola

A caratterizzare la mostra anche una selezione di dipinti e disegni riguardanti la città di New York. “Questa mostra – dice Antonella Camarda – è il frutto della collaborazione fra umanisti, scienziati e imprese. È lo stesso spirito di sperimentazione e costante innovazione che ha caratterizzato l’approccio di Costantino Nivola ed è stato tratto distintivo dell’Olivetti”.

Costantino Nivola arrivò a New York nel 1939 in fuga dall’Italia in quanto antifascista, assieme a lui la moglie Ruth Guggenheim di origine ebraica. La metropoli degli Stati Uniti segnò profondamente il lavoro artistico di Nivola che qui visse fino alla morte avvenuta nel 1988.  

Andrea Deidda

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