Cristina Maccioni racconta in “Baranta” la storia del Teatro di Sardegna

Il 4 luglio 1975 è un momento cruciale per il Teatro di Sardegna, che porta in scena un evento di forte valenza simbolica. A Nuoro debutta “Su Connottu“, quasi 400 fortunate repliche tra le piazze sarde e la firma di Eduardo De Filippo sul premio ottenuto alle Cinque Terre come miglior spettacolo. Quella esperienza traccia il destino di un gruppo di ventenni sardi. “Da quel momento decisi che quello dell’attrice sarebbe stato il mio mestiere”, parole di Cristina Maccioni condivise da Maria Grazia Bodio, Lia Careddu, Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Isella Orchis, Cesare Saliu, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli, Rosalba Ziccheddu. Sono le loro testimonianze, inframmezzate alle voci degli autori messi in scena e immagini d’epoca, a costruire la “drammaturgia” di Baranta, filmato per la regia di Cristina Maccioni. Progetto che prosegue con la mostra di Micaela Deiana allestita al MGallery del Massimo. In 46 minuti si ripercorre tra ricordi, ironia e intime confessioni, l’avventura della Cooperativa Teatro di Sardegna. Quasi 50 anni di spettacoli, ricerca di nuovi linguaggi, spettacoli tra l’Isola e il “Continente” e fin oltreoceano per definire una identità sarda che guarda alla letteratura del mondo. Una storia contrassegnata da pietre miliari come “La tournée” con Raf Vallone, la grande emozione per l’apprezzamento di Harold Pinter davanti alla messinscena di una sua drammaturgia, l’esperienza
fondamentale di “Questa sera si recita a soggetto“, per la regia di Marco Parodi che apre al mercato nazionale. Da “Su Connottu” a “L’ Avvoltoio“, premiata pièce sui poligoni militari sono passate tante stagioni. I primi presidenti sono Mario Faticoni, Corrado Gai, Antonio Prost, Mario Pinna. Nel 2004 il Tds diventa Teatro Stabile con sede all’ Alfieri sotto la guida di Antonio Cabiddu. Nel 2009, presidente Maria Grazia Sughi, si trasferisce al teatro Massimo e nel 2017 ottiene la gestione dell’Eliseo di Nuoro. L’attuale presidente è Basilio Scalas. Nel 2015 si trasforma in Tric – Teatro di Rilevante Interesse Culturale – con l’attuale direttore Massimo Mancini e si delinea una visione di teatro sociale, aperto ai vari linguaggi, al territorio, al mondo, ai temi attuali.

 

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