Contaminazioni jazz tra Isola e Africa. Enzo Favata apre Musica sulla bocche

Diciannove anni di Musica sulle Bocche, la manifestazione jazz diretta dal sassofonista Enzo Favata che ha scelto di aprire le danze a Cagliari per una anteprima andata in scena giovedì notte all’Exma. Durante la serata il jazzista algherese ha presentato qualche estratto del nuovo progetto in cantiere, “Starship”, che prevede l’utilizzo di una loop station, campionature (alcune estemporanee) e suoni naturali, oltre ai fiati di cui Enzo è un virtuoso: sassofoni, clarinetto, fisarmonica, launeddas e sa trunfa. Il risultato è una fusione tra jazz, sound orientale e ritmi nordafricani con incursioni isolane. Un’ora intensa ed entusiasmante in cui Favata ha lasciato che il pubblico viaggiasse intorno al mondo insieme a lui. Nella cornice accogliente del Radio X Social Club all’Exma – tra un aperitivo, qualche drink e due chiacchiere – gli spettatori hanno abbandonato ogni formalità, occupando la scalinata dello spiazzo centrale o le sedie del bar, creando una fruizione dello spettacolo intima e conviviale.

Proprio Favata è stato tra i primi a proporre una formula che a suo tempo era stata molto innovativa: nessun posto assegnato e un’esperienza attiva e coinvolgente in luoghi e orari non convenzionali. “Abbiamo abbattuto i palcoscenici e cominciato a fare concerti ad impatto zero, dai sagrati delle chiese agli scogli; all’alba e al tramonto”, ha raccontato al pubblico il musicista algherese. “Questo ha consentito di proporre degli spettacoli a impatto ecologico zero, senza pedane, senza l’utilizzo di luci artificiali. Il nostro è sempre stato un festival focalizzato sul rispetto e la valorizzazione ambientale e comunitaria”. A questo si aggiunge una lunga carrellata di ospiti che, a partire dal 2000, si sono esibiti tra le piazze di Santa Teresa di Gallura, le sue spiagge, la meravigliosa e iconica Valle della luna, il faro di Capo Testa, l’isola di Municca e altre location uniche.

Il lavoro di Favata si estende ben oltre i confini dell’Isola, attraverso lo studio costante di produzioni etnomusicali diverse, in un confronto continuo con la tradizione musicale sarda: dai cori e voci a tenore agli strumenti tipici come le launeddas. “Sono legato al jazz quanto alla world music e ultimamente mi sono molto dedicato all’estremo oriente, dalla Cina al Vietnam, dove sono stato recentemente”, ha aggiunto Favata. “Ho suonato dal Polo Nord alla Patagonia. Sono stato praticamente ovunque e questo è il mio modo di fare musica”. Un musicista-viaggiatore che dalla sua terra ha attinto moltissimo attraverso esplorazioni e sperimentazioni: “Quando ho iniziato, oltre trent’anni fa, mi muovevo dal nord al sud della Sardegna, di paese in paese, per raccogliere e creare un repertorio di canti tradizionali, strumenti e altre forme musicali. Una volta, all’altezza di Paulilatino, mentre ascoltavo alla radio Miles Davis, un’interferenza ha sovrapposto quella frequenza con altre provenienti da Marocco, Tunisia alle quali si è unito un coro del Gennargentu. Da allora ho cominciato a fare esperimenti con bobine a nastro e musicassette, facendo in modo che queste sonorità si incrociassero naturalmente tra di loro. Lì è nato uno dei miei lavori più importanti, ‘Voyage en Sardaigne’”.

Dal 4 al 13 agosto il festival Musica sulle bocche si sposterà in Serbia per il progetto Jain: Jazz and interculturalism, in cui trenta giovani musicisti sardi, albanesi e serbi si incontreranno nell’ambito di una residenza creativa. La 19esima edizione del festival poi partirà ufficialmente il 22 agosto per concludersi il 25, nella nuova casa a Castelsardo. “Quando arrivi qui non capisci se ti trovi in Sardegna oppure in Umbria o addirittura in Scozia. Se hai fatto un viaggio a ritroso nel tempo sino al 1600 o sei ancora qui nel presente. Inoltre, Castelsardo, è inserito in una cornice paesaggistica molto particolare e qui la natura sembra urlare”.

Martina Serusi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share