Cinema sardo pronto a dare battaglia: “Nessuna riforma alla legge regionale”

“Giù le mani dalla legge regionale sul cinema. E dai suoi finanziamenti. Norme e soldi che consentono di fare partire progetti e film che piacciono a critica e pubblico. Poi ci vuole la bravura di registi, attori, sceneggiatori o scenografi. Con risultati sotto gli occhi di tutti. L’esempio del momento è Ovunque proteggimi, il lavoro del sassarese Bonifacio Angius, da sei settimane nelle sale cinematografiche”. È il messaggio lanciato in una conferenza stampa da Moviementu, l’associazione che riunisce artisti e operatori del cinema sardo. I registi sono i volti più conosciuti: insieme ad Angius, tra gli altri, anche Giovanni Columbu, Paolo Zucca, Enrico Pau. Ma con loro ci sono anche tutti i professionisti che consentono la lavorazione e le uscite dei film. Quella di Moviementu è la risposta alla conferenza stampa dei Riformatori dei giorni scorsi in cui si chiedeva invece una riforma della legge. “Non siamo d’accordo con gli attacchi – ha spiegato Pau – siamo pronti al dialogo e a confrontarci con chi la pensa diversamente da noi. Tutto si può migliorare, ma è innegabile che questa legge abbia prodotto dei buoni risultati: ha permesso agli autori di esprimersi, ha dato lavoro e formazione a a tanti operatori del settore”. Attraendo, spiega Moviementu, anche registi e produzioni nazionali, che hanno voluto ambientare le loro storie in Sardegna. Il futuro della legge? La parola d’ordine deve essere trasparenza, ha rimarcato lo stesso Pau.

Nei giorni scorsi Moviementu ha manifestato il suo disappunto per quanto accaduto in Consiglio regionale. “Il mondo del cinema sardo aveva finalmente la sensazione che tutto funzionasse e si svolgesse secondo regole certe e valide per tutti gli attori del settore – spiegano -. Ora apprendiamo, con stupore e disappunto, che la recente legge di assestamento di bilancio (Legge Regionale 5 novembre 2018, n. 40) ha assegnato la consistente somma di 200mila euro alla società di produzione cinematografica Via col vento Srl per la realizzazione del film Assandira del regista Salvatore Mereu“. Non un attacco al collega o alla società di produzione “sicuramente apprezzabili e importanti (il valore artistico dell’opera non è in discussione)”, ma un modo per ribadire la centralità della legge nell’assegnazione dei fondi.

“Da quando la legge sul cinema negli ultimi cinque anni è stata finanziata con continuità abbiamo vinto David – ha rimarcato Zucca – abbiamo vinto festival e il cinema sardo ha fatto il giro del mondo. Il 2018 è stato poi un anno particolarmente positivo”. Il Moviementu segnala anche il lavoro della Film Commission, che “ha offerto supporto alle nostre produzioni e a quelle che in questi anni hanno scelto la nostra isola non solo per produrre film, ma come sfondo per spot pubblicitari, serie televisive nazionali ed internazionali, coinvolgendo molti lavoratori del cinema isolani”. Con qualche precisazione: “Secondo alcuni – avverte Moviementu – il modello del futuro cinema sardo dovrebbe essere la serie televisiva “l’Isola di Pietro” con Gianni Morandi, ormai alla seconda stagione e che va per la terza, che ha ricevuto un fortissimo contributo dall’assessorato al Turismo per diffondere, con un prodotto che non ha nessuna ambizione culturale, l’immagine di un’isola magnifica come Carloforte. Un prodotto televisivo, popolare, che ha migliorato, dicono alcuni dati, il flusso turistico dopo la sua messa in onda. Tuttavia, pur rendendo i meriti promozionali del caso, questo non può rappresentare un esempio, o l’unico, virtuoso di produzione cinematografica locale, perché a fronte di un cospicuo finanziamento non ha coinvolto se non in ruoli secondari e marginali le tante professionalità del cinema presenti nell’isola”. Angius all’attacco: “La legge cinema ha favorito una svolta epocale, adesso si sente parlare di tanti registi sardi in giro per il mondo. Non capisco perché questa legge possa essere messa in dubbio”.

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