Cinema, “Sardinia Film Fest”: nove anni di impegno e successi

Il “Sardinia Film Festival” (23-28 Giugno) si conferma, anche nella sua IX edizione, come la manifestazione più completa e interessante di cortometraggi nella nostra isola. Il materiale su cui hanno lavorato le varie giurie, infatti, è stato di alto livello, anche perché selezionato dai curatori del Festival – il team del Cineclub di Sassari inventore e animatore della manifestazione – con attenzione e una certa severità. Le sezioni, poi, in cui i cortometraggi, che il pubblico numeroso accorso allo spazio del “Quadrilatero” dell’Università di Sassari ha potuto apprezzare, sono tante e hanno abbracciato tutti i generi (fiction, documentari, animazione, video arte, sperimentazione) e le proposte internazionali, nazionali e, specificatamente, sarde. In questo modo, effettivamente, i premi sono stati numerosi, ma la panoramica sui cortometraggi è apparsa vasta e ha mostrato come questa tipologia filmica stia diventando sempre più rilevante per la storia del cinema mondiale.
Il “Sardinia film festival”, però, non è solo proiezioni di cortometraggi, bensì affianca eventi cinematografici e riflessioni sul tema. In questo ultimo ambito, si ricordi che l’anno scorso, proprio all’interno del “Sardinia”, prese vita “Moviementu”, l’associazione di “Rete Cinema Sardegna”, i cui soci – non solo registi o operatori del settore – hanno dato visibilità al cinema isolano come importante prodotto culturale e economico. Da allora, come affermano i sostenitori di “Moviementu”, “molto è stato fatto: campagne di sensibilizzazione, politica a favore del settore, progettazione, è nata una pagina di Facebook e un sito internet sul quale i soci possono registrarsi e inserire il proprio curriculum”. Nell’edizione 2014 del Festival, “Moviementu” si è ritrovato per una assemblea generale, per una discussione con il Presidente della Commissione “Cultura e Lavoro” della Regione Sarda Gavino Manca e per proiettare alcuni cortometraggi e filmati realizzati dai registi che partecipano all’Associazione.
Non si è rivolta solo agli autori il “Sardinia”, ha aperto, infatti, lo spazio delle discussioni sul cinema con il ricordo di un intellettuale che ha fatto dei diritti del pubblico lo scopo del suo impegno quotidiano: Fabio Masala, il quale è stato ricordato a venti anni dalla sua morte. Le riflessioni sulla sua opera hanno definito estremamente attuali le considerazioni di Masala sulle dinamiche culturali e sociali del fenomeno cinema e ancora da applicare le rivoluzionarie tesi della “Carta dei diritti del pubblico”, di cui fu uno dei redattori nel 1987 a Tabor (ex Cecoslovacchia).
Per quanto riguarda gli eventi propriamente cinematografici, ricordiamo il film che ha inaugurato il festival: “Centoquaranta. La strage dimenticata”, un notevole e emozionante documentario di Manfredi Lucibello sulla tragica vicenda della “Moby Prince”, la nave che, nel 1991, per ragioni ancora non chiare, ebbe una collisione con una petroliera nel porto di Livorno. Nell’incendio scaturito, morirono 140 persone, che ancora aspettano giustizia. Il regista, basandosi soprattutto sulle registrazioni radio del momento del disastro e su alcune interviste registrate nel passato e recentemente dei parenti delle vittime, mostra un quadro inquietante, efficace, emozionante di un mistero destinato ad affiancarsi ad altri, i quali hanno segnato con tratti oscuri la storia del nostro paese; Lucibello ci evidenzia quanto un film può essere fondamentale nella memoria storica di avvenimenti, spesso dimenticati dall’informazione e dalla politica. Ha introdotto il film Michele Piras, deputato di SEL, il quale ha presentato varie interrogazioni alla Camera sul tema, cercando di squarciare il velo della rimozione.
Le giornate di proiezione hanno avuto il loro apice nei tanti premi assegnati l’ultimo giorno del Festival dalle varie giurie. Solo per citarne alcuni, quello per la fiction è andato all’olandese “Salam” di Johan Tinners, mentre per la quella italiana è stato premiato “Non sono nessuno” di Francesco Segrè. Il cortometraggio “Minerita”, drammatica vicenda femminile in un mondo declinato al maschile – e allo sfruttamento – , ovvero quello della miniera, ha avuto meritatamente sia il premio “Presidente della Repubblica” sia quello della FICC/CINIT. La medaglia del Presidente della Camera è andata a “L’ultima volta” di Simeone Latini, sintetica e folgorante denuncia delle tragiche dinamiche psicologiche del femminicidio, mentre il Premio “Presidente del Consiglio Regionale Sardegna”  è stato assegnato a “Un atto di dolore” di Joe Bastardi. La migliore animazione italiana è stata giudicata quella di Michela Anedda, “Cogas” e una menzione per la “Vetrina Sardegna” ha avuto il corto “Beep” di Antonello Murgia, divertente riflessione sul pregiudizio e l’autostima. Da tre anni, poi, il “Sardinia Film Festival” assegna il premio di “Rappresentanza del Senato della Repubblica”, che, per questa edizione, è stato attribuito al musicista Romeo Scaccia, autore anche di colonne sonore, il cui suono particolare è stato fondamentale nei film che ha “commentato”; nella motivazione del riconoscimento vengono giustamente messe in evidenza “le spiccate qualità artistiche e la costante ricerca di nuove espressioni.”
Un premio che guarda alle nuove generazioni è quello attribuito da una giuria di bambini al russo “My strange grandfather” di Dina Velikoskaya. D’altronde i ragazzini sono stati autori della sigla del Festival, un bel lavoro realizzato, durante un laboratorio curato dai filmmaker Marco Testoni e Luigi Frassetto. I bambini, il futuro nuovo pubblico, salveranno il cinema?

Elisabetta Randaccio

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