Cinema di famiglia, nelle pellicole amatoriali il cuore della Sardegna

C’è chi lo ha definito il cinema della felicità con i suoi sorrisi, la sua leggerezza, i momenti sereni e piacevoli. È il cinema amatoriale di famiglia, quello girato con attrezzature e pellicole in super 8, 8 o 9,5 millimetri che oggi non si usano più. Feste in piazza o a casa, matrimoni e battesimi, giornate speciali, gite, eventi e celebrazioni: un mondo non troppo lontano nel tempo ma distantissimo per colori, costumi e linguaggi. Il cinema di famiglia sardo oggi ha una casa: è il progetto “La tua memoria è la nostra storia” della Società Umanitaria – Cineteca sarda, che in pochi anni ha raccolto un grandissimo archivio di filmati amatoriali arrivati da tutta l’Isola. 10mila bobine, per l’esattezza, con centinaia di ore di girato dagli anni Trenta agli Ottanta. Un patrimonio di storie e immagini inestimabile, realizzato grazie a oltre 650 persone che stanno mettendo a disposizione il proprio archivio personale per un grande progetto di memoria collettiva della Sardegna.

“L’idea è stata lanciata il 1 giugno 2011 tra le attività della Società Umanitaria – spiega Antonello Zanda, direttore della Società Umanitaria di Cagliari – abbiamo coinvolto il centro servizi di Cagliari, Alghero e Carbonia e dato vita a una grande campagna di promozione. Abbiamo chiesto a tutti di cercare le vecchie bobine in 8 mm, 9,5 mm e super8 conservate in casa e renderle disponibili per realizzare l’archivio della memoria privata e familiare dei sardi. La risposta è arrivata praticamente immediata, con tantissime persone che ci hanno portato le loro pellicole”. In sette anni sono state circa 10mila le bobine ricevute dai privati. Si tratta soprattutto di super8, le pellicole più economiche che dagli anni Settanta hanno di fatto reso la produzione più popolare e diffusa. E poi 8 mm e 9 mm, con rari casi di pellicole in 16 millimetri. La maggior parte delle immagini sono scene di vita familiare, feste in casa, gite al mare o in campagna. Tanti i bambini ripresi mentre giocano e corrono, tantissime le donne, quasi sempre davanti all’obiettivo mentre la cinepresa era manovrata da mariti e padri. Non mancano le cerimonie istituzionali, le feste religiose, le manifestazioni.

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La Società umanitaria, una volta ricevute le bobine, chiede ai proprietari di firmare una scrittura privata per la consegna del materiale. Tre le opzioni, donazione, deposito o restituzione: chi consegna le pellicole può scegliere di lasciarle per il tempo necessario alla digitalizzazione e poi riaverle indietro, lasciarle in deposito temporaneo nei locali della Società Umanitaria adatti alla conservazione oppure donarli all’archivio. A Cagliari, nei locali della Cineteca in viale Trieste, sono quattro le persone al lavoro sotto la supervisione di Antonello Zanda: Natale Virdis, Martina Mulas, Luca Portas, Gigi Cabras si occupano inizialmente della prima pulitura, dato che molto materiale è rimasto per anni esposto a polvere e umidità in cantine e soffitte, e di riparazione delle parti. Dopo c’è l’operazione più importante: la conversione in digitale. “Dal 2011 a Cagliari abbiamo uno scanner in alta definizione unico nell’Isola e tra i pochi in Italia – racconta Zanda – prima le digitalizzazioni erano fatte solo da privati, da qualche anno se ne stanno occupando mediateche e cineteche. Con questo strumento possiamo digitalizzare le pellicole con un sistema all’avanguardia che non danneggia il film e assicura la qualità più alta. I proprietari ricevono una copia gratuita in dvd con il riversamento del filmato”. L’ultima fase è la catalogazione, che permette di ottenere dalle immagini indicazioni precise e informazioni utili per un suo eventuale utilizzo futuro, anche in collaborazione con i proprietari dei film: da qui verrà creato un database su tutto il materiale con i contenuti indicizzati per voci chiave.

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Tra i documenti arrivati in Cineteca c’è un eccezionale filmato del 1929 di 3 minuti e mezzo con una delle prime partite del Cagliari Calcio: si vede la squadra, nata ufficialmente nove anni prima, mentre gioca sul campo di via Pola, spazio che oggi è occupato dalla Mediateca del Mediterraneo; quell’anno l’allenatore era l’ungherese Róbert Winkler, i colori delle maglie erano già rossoblù.

Un altro incredibile filmato è quello del 28 maggio 1939: il campo di via Pola, ribattezzato “Campo Dux”, ospita una spettacolare esibizione sportiva fascista con centinaia di ragazzi. Ancora, l’arrivo di Umberto II e Maria José di Savoia che nel 1939 passano tra la folla sotto un Bastione vestito a festa e coronato dalle grandi lettere U ed M; le struggenti visioni di Cagliari dopo i bombardamenti del 1943, ripresa da Marino Cao, Gigi Olivari, Francesco Muntoni e Virgilio Falchi; la rassegna delle truppe in partenza dal porto di Cagliari per il fronte, nel 1939.

Tra i fondi familiari più nutriti ci sono quelli Vodret, Muntoni, Anziani; interessante anche il materiale della famiglia Livi: Piero, famoso regista di Olbia scomparso nel 2015, si dedicava al cinema da professionista e contemporaneamente amava riprendere scene domestiche e quotidiane. Tantissimi, poi, i momenti familiari: una festa per la vendemmia, un pranzo in campagna, una gita a pesca tra amici, la giornata al mare. Il materiale archiviato finora ha un grandissimo significato storico e antropologico che ci permette di ricostruire frammenti della vita e della storia isolana. Grazie al lavoro della Società Umanitaria avrà anche un enorme potenziale artistico: sono già tanti i registi e videomaker che stanno attingendo al repertorio di immagini per film, documentari e videoclip.

Francesca Mulas

 

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