“Il cielo non è un fondale”, la voce di Monica Demuru tra realtà e finzione

Ha la voce che corre, come il pensiero, specchio di una personalità decisa e potente, sempre qualche metro un po’ più in là, rispetto all’incedere comune. Monica Demuru, artista sarda di nascita ma fiorentina d’adozione, è la protagonista, assieme al giovane Francesco Alberici, di “Il cielo non è un fondale”, nuova produzione di Sardegna Teatro firmata dagli autori e performers Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Lo spettacolo, in scena da giovedì 23 a domenica 26 febbraio al teatro Massimo di Cagliari, s’ispira all’opera di Annie Ernaux, una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese: quanto e come il suo lavoro abbia guidato il gruppo, lo si capisce dall’eleganza mentale che Demuru mette nel raccontare i mesi di preparazione allo spettacolo. Un’intelligenza nomade, che le ha spesso fatto anteporre il “come” al “cosa”. E, allora, la prima domanda che viene spontaneo farle, è proprio “come” (e magari anche “quanto”), l’opera della scrittrice francese abbia contaminato la sua ricerca artistica.

“La suggestione di leggere integralmente Ernaux mi è arrivata da Daria Deflorian, il loro è stato un incontro intimo e felice: si tratta di un’autrice potente, molto amata in Francia (la sua opera è stata di recente consacrata dall’editore Galli­mard, che nel 2011 ne ha raccolto gli scritti principali in un unico volume). Da quelle letture che scandagliano il complesso rapporto tra noi e il mondo, abbiamo mutuato un metodo che andava prevalentemente in due direzioni: la prima indagava le possibilità di mettere insieme interiorità ed esteriorità, nell’incanto della pochezza del sé e della non ricerca dell’eccezionalità; la seconda andava in una direzione più formale, improntata su una lingua che l’autrice definisce di volta in volta “piatta”, “semplice”, “non troppo intelligente”, e che lucidamente postpone l’Io al Noi e alla terza persona singolare. Un metodo che è risultato vincente e che ci ha uniti grazie a mesi di lavoro intenso, in cui a prevalere è stata l’improvvisazione, ma anche il lusso di abbandonarsi alla musica, al canto, alla memoria, alla rielaborazione dei ricordi. Sono soddisfatta: tre mesi di prove e residenze d’artista in questi tempi di crisi sono un investimento non comune”.

Nonostante la negazione del titolo, “Il cielo non è un fondale” punta a rafforzare il dialogo tra lo spazio della finzione e lo spazio esterno, il reale appunto, interrogandosi sulla vita degli altri, quella degli emarginati, quella di decine di migliaia di persone che in massa abbandonano tutto quello che hanno per fuggire da una situazione invivibile come la guerra o la miseria. Un pensiero diventato via via sempre più necessario, che scopre il cuore dell’autrice francese, sottraendolo agli artefici dell’intelligenza. “Quando scrivo non ho l’impressione di guardare dentro me stessa – ha detto recentemente Ernaux – guardo in una memoria e in questa memoria vedo delle persone, vedo delle strade, sento delle parole e tutto questo è fuori di me”. Una continua osmosi tra dentro e fuori, tra la nuda verità e il bisogno di storie, tra continui spostamenti di senso tra quello che noi siamo e quello che ci succede attorno.

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Nel tentativo di abitare lo spazio di quell’orlo e abisso, il duo Deflorian e Tagliarini (premio Ubu 2014), si è messo dunque in viaggio con questo nuovo spettacolo, già ospite di Romaeuropa Festival, e andato in scena lo scorso dicembre al teatro de l’Odéon a Parigi per il Festival d’Automne. “La fascinazione dell’incontro con Daria e Antonio, oggi trasformatasi in una vera e propria amicizia, nasce dalla loro capacità di sapersi raccontare con uno stile vivido e preciso, estremamente tecnico, a dispetto del mio lavoro, a tratti più lirico e astratto. La loro ambizione era quella di mettere a confronto piani stilistici diversi, e il mio esplorare territori insoliti tra musicalità pura e attenzione drammaturgica era probabilmente quello che cercavano”. Il risultato è un’ora e quaranta minuti di carne e di canto, una tempesta di parole laceranti e ironiche, un teatro dell’invisibile in cui lo sfondo intangibile degli ultimi, diventa il protagonista in un continuo rilancio di suggestioni e prospettive.

Per Demuru, dopo l’esperienza di “Otto storie poco standard” – concerto narrativo che intrecciava il teatro sociale con la musica per raccontare in maniera originale la storia del jazz – e Bellas mariposas, corrosivo monologo tratto dall’omonimo romanzo di Sergio Atzeni, questo ritorno in Sardegna è all’insegna della leggerezza e della positività. “Tendo a “santificare” l’Isola appena posso, ma oggi torno a casa con la sensazione che si sia aperta una possibilità in più, un canale di dialogo che tenga conto di chi, per motivi diversi, ha varcato il mare ma non ha perso la voglia di tornare, di confrontarsi con la sua terra per condividere i frutti del viaggio. Un ritorno finalmente non emotivo, non angosciato, che mi rende intimamente felice”.

Donatella Percivale

 

Info:

Il cielo non è un fondale

uno spettacolo di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

con Francesco Alberici, Daria Deflorian, Monica Demuru e Antonio Tagliarini

collaborazione al progetto Francesco Alberici e Monica Demuru

assistente alla regia Davide Grillo

disegno luci Gianni Staropoli

direzione tecnica Giulia Pastore

costumi Metella Raboni

accompagnamento e distribuzione internazionale Francesca Corona
organizzazione Anna Damiani

Teatro Massimo sala M1

23 febbraio ore 21.00
24 febbraio ore 21,30
25 febbraio ore 21
26 febbraio ore 19

 

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