Chiara Vigo alla Triennale di Milano: esposto il prezioso ‘Leone delle donne’

Ci sarà anche Chiara Vigo, l’ultimo maestro di bisso marino (la ‘seta del mare’), tra gli artisti di Broken Nature, esposizione milanese a metà tra architettura e design che indaga lo stato di salute dell’ambiente. Quel filo prezioso che sin da piccola Vigo ha imparato a tessere, una sottile bava di cheratina prodotta da un mollusco, la pinna nobilis, oggi in via d’estinzione, e che può arrivare a misurare anche un metro e mezzo d’altezza, lascia le acque di Sant’Antioco e approda nelle eleganti sale della Triennale di Milano. L’appuntamento è per il primo marzo, in occasione dell’inaugurazione di Broken Natureindagine che intende fare il punto sui legami che uniscono gli uomini al loro ambiente naturale, legami che nel corso degli anni sono stati compromessi, se non irrimediabilmente distrutti.

Paola Antonelli, curatrice dell’esposizione milanese e direttrice del reparto ricerca e sviluppo al MoMA di New York, ha voluto che uno dei tre premi che saranno consegnati da una giuria internazionale il 28 febbraio, fosse disegnato proprio dalla Vigo, nominata commendatore della Repubblica nel 2008. Si tratta di un’ape d’oro, la Golden Bee, realizzata da Vigo con fili d’oro, seta di mare e lino antico (nella foto). La giuria si riunirà il 27 febbraio e, il giorno dopo, assegnerà i tre premi – Golden Bee, Black Bee e Wax Bee – realizzati rispettivamente da Chiara Vigo, Oli Bonzanigo e Bona Calvi.

A Milano, sarà esposto anche Il leone delle donne, un’opera simbolo come si legge tra le pagine del libro Chiara Vigo. L’ultimo maestro di bisso scritto da Susanna Lavazza per Delfino Editore. “Lo ha disegnato Eugenio Tavolara e me lo ha regalato così, unico… Me lo ha regalato perché stava discutendo con mia nonna sul disegno e io ero in mezzo a loro – avrò avuto 4 o 5 anni – e volevo la matita per disegnare. Lui mi ha dato il disegno e mi ha detto ‘Quando sei grande lo fai’. Ecco, sono diventata grande e l’ho fatto”.

Un’opera che Vigo ha realizzato nel 1996 e che lei considera il suo timbro personale: “Il bisso utilizzato è del 1938, era di mia nonna e ha circa 2000 ore di bagno – si legge tra le pagine -. È l’unico pezzo che siccome è stato messo a bagno in un formulario speciale in luce diventa completamente d’oro. Anche perché è tessuto in maniera che le ‘fibrille’ siano rivolte tutte verso l’alto… Quando lo tocca la luce, si illuminano completamente“. Il libro, assieme all’opera Il leone delle donne, sarà esposto nella ‘reading room’ della Triennale fino a settembre. L’augurio è che la sua magica luce illumini anche lo sguardo di chi maltratta l’ambiente.

Donatella Percivale

(Foto di Nelly Dietzel e Luigi Garavaglia)

 

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