Chiara, la Luisona e la Madeleine: la cucina sarda si impara con un blog

Chiudere i culurgiones per i non addetti è impresa ardua, lo sa bene chiunque si azzardi a farlo senza avere una mamma o una nonna ogliastrina che sovrintendano ai lavori. Eppure Chiara Dentoni, blogger cagliaritana di trent’anni, è riuscita a spiegarlo su web con una soluzione semplice semplice: plastilina colorata. Perché insegnare la buona cucina non deve essere per forza affare di grandi chef, basta avere manualità, conoscenza dei sapori e fantasia. E magari saper pure scrivere bene come la Dentoni, che afferma: “In cucina me la cavo bene ma possiedo anche un libro di grammatica italiana e nessuna paura di usarlo”. Il suo blog di cucina, “La Luisona e la Madeleine”, on line da due anni e con centinaia di visite ogni mese è un ricettario di antipasti, salse, stuzzichini, zuppe, primi, secondi e dolci, tutto in chiave vegetariana e senza uova. “Ma non sono vegetariana né vegana” – precisa la Dentoni – solo molto, molto viziata sul cibo”. Tante ricette di ispirazione mediterranea rivisitate e corrette a seconda delle esigenze e dei suoi gusti personali, raccontate in modo semplice e corredate di immagini, con grande attenzione per la qualità degli ingredienti. Cucina senza carne né uova, ma solo per questione di preferenze: “Ho sempre timore che mi si associ alle derive più estremiste di certo veganesimo e pure per questo è nato il blog: per raccontare che c’è vita anche tra un estremo e l’altro”.

Perché l’idea di un ricettario su web? “Mi piace cucinare, ma questo non sarebbe mai bastato a farmi iniziare a scrivere. Poi Gualtiero Marchesi ha collaborato con McDonald’s e mi son detta ‘vabbe’, allora vale tutto!’. Così è nato “La Luisona e la Madeleine”: nel titolo riferimenti gastronomico-letterari piuttosto chiari ed estremi a Stefano Benni e Marcel Proust, cui fa da culla il template che ho rubato alla copertina di ‘Kitchen’ di Banana Yoshimoto, la lettura tipica dei miei 15 anni”. Ricette non sempre facili, come quella dei culurgiones appunto, ma se spiegate con chiarezza diventano una sfida alla portata di tutti e non solo un lavoro per chef pluristellati: “Credo sia un blog per tutti, tutti mangiamo. Cerco di spiegare le mie preferenze alimentari senza attaccare quelle di nessuno, mi sono ispirata al modo di fare di cuochi e cucinieri inglesi, filtrato attraverso quello che ho imparato in casa con mamma e nonna, e al mercato del lunedì mattina”.

Per avere voce in capitolo in un mondo popolato da cuochi-star specializzati in menù di ogni tipo e reality ambientati in cucine e ristoranti non basta avere dimestichezza con pentole e fornelli ma occorre saper raccontare le proprie esperienze culinarie con ironia e stile. Anche quando si tratta d elle istruzioni per una perfetta pasta sfoglia: “Avvolgete ancora nella plastica nel solito Twin Peaks style che ci piace tanto e riponete in frigo per il tempo di una partita a burraco; nuovo giro, stesso lavoro di stendi-piega-avvolgi-frigo-gioco d’azzardo; terzo giro uguale”; o quantificare le dosi per le crepes: “Spegnete il fuoco, fate intiepidire e unite il gorgonzola nella quantità che vi fa sentire meno in colpa. Nessuno vi vedrà ed io non giudico”.

Francesca Mulas

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