C’è un “Occidente Solitario” di grande inquietudine in scena al teatro Massimo

Ritratto di famiglia in un inferno con “Occidente Solitario” di Martin McDonagh, in cartellone da stasera (ore 20.45), fino a domenica 24 febbraio al Teatro Massimo di Cagliari. La commedia nera del pluripremiato drammaturgo britannico (nato a Londra ma di origini irlandesi) racconta il feroce antagonismo tra due fratelli in uno sperduto villaggio dell’Irlanda: uniti dall’odio reciproco, i due si contendono spazio vitale e proprietà, prigionieri nello loro difficile convivenza, in una catena infinita di sfregi e vendette.
Protagonisti sulla scena Claudio Santamaria e Filippo Nigro, entrambi noti al grande pubblico per le loro interpretazioni cinematografiche e televisive (da “Fuochi d’artificio” a “Almost Blue” e “L’ultimo bacio”, poi “Paz!”, “Agata e la tempesta” e “Ma quando arrivano le ragazze?” di Avati, fino a “Romanzo criminale” e la fiction su “Rino Gaetano” per Santamaria; mentre Nigro spazia da “Le fate ignoranti” e “La finestra di fronte” di Ozpetek a “Amore che vieni amore che vai”, “Oggi sposi” e “Diverso da chi?”, alla serie “R.I.S” in tv fino a “ACAB – All Cops Are Bastards” di Stefano Sollima) prestano corpo e voce a Coleman e Valene, fratelli in lotta, talvolta forse complici davanti al mondo esterno, ma sempre, irrimediabilmente nemici.

Completano il cast, nella mise en scène della Compagnia Gli Ipocriti, per la regia di Juan Diego Puerta Lopez che mette l’accento sulla “concretezza spietata della vita”, Massimo De Santis e Azzurra Antonacci, nel ruolo rispettivamente dell’idealista e disperato Padre Welsh e dell’unica donna in questo universo maschile, la venditrice di whisky Ragazzina.
Fotografia di spiriti inquieti, all’ombra del male di vivere, la caustica pièce di Mc Donagh (che chiude “The Leenane Trilogy”, iniziata con “The Beauty Queen of Leenane” e proseguita con “A Skull in Connemara”; e infine con “The Lonesome West”, rappresentato in Italia con il titolo di “Occidente Solitario”) narra impulsi e passioni, racconta di delitti inconfessabili e segreti di famiglia, di generose aspirazioni e fallimenti. L’esistenza in un piccolo villaggio – dell’Irlanda come di ogni altra regione del mondo – può diventare insopportabile: paradigma di vizi e virtù, fragilità e abusi, “Occidente Solitario” svela attraverso i suoi personaggi, così estremi da apparire grotteschi, e maniacali nella ripetizione esasperata di gesti e azioni, quasi un rituale nell’assurda lotta quotidiana, selvaggi e brutali, la verità su comportamenti, pensieri e azioni, decisamente e anche troppo umani.

 

Fratelli-coltelli, avversari sotto lo stesso tetto; ma anche la figura del sacerdote, incapace di rassegnarsi a quella logica di scontri sul filo di una continua tensione; e l’unica donna, Ragazzina, attivamente impegnata nel commercio clandestino di whisky, rappresentano le diverse declinazioni di uno squilibrio, un disagio, accentuato dalla solitudine, quell’isolamento claustrofobico che dilania e riunisce tutte le anime in un unico destino. Scaturisce così un surreale equilibrio, che fa dell’astio ricambiato, dell’avidità, di un’insanabile ostilità e un’aggressività rabbiosa, la via di fuga dall’inevitabile catastrofe: la smania di possesso dell’uno, la sfacciata intemperanza dell’altro si bilanciano in un pericoloso gioco a due. I fratelli si fronteggiano, fra tradimenti, insidie, aperte provocazioni, perfino ricatti. Di quel microcosmo feroce McDonagh disegna con cupa ironia il suo brillante affresco, in una commedia in nero in cui i valori appaiono capovolti e dimenticati, la fede è un abito adatto per la malinconia e il rimpianto, e l’utile immediato azzera il dilemma tra il bene e il male.
La cattiveria e quella strana giostra delle passioni, in cui perfino un tentativo di pacificazione, con la confessione dei precedenti dispetti e delitti in attesa di perdono, innesca nuove ostilità, riescono però a far ridere, in un interessante contrappunto in cui ciascuno elargisce il suo veleno; in fondo come sottolinea il regista Juan Diego Puerta Lopez nelle note, citando Beckett: “Non c’è niente di più comico dell’infelicità”.
(Per “Oltre la Scena” gli attori incontreranno il pubblico venerdì 22 febbraio alle 17.30 alla MEM – Mediateca del Mediterraneo di Cagliari)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share