Cala Gonone Festival, su il sipario giovedì con il piano di Campaner e Mozdzer

Mancano  pochi giorni al via di Cala Gonone Jazz Festival 2014, edizioni numero 27. Tutto è pronto sulla costa dove, quest’anno, l’Associazione culturale Intermezzo Nuoro ha scelto un nuovo importante sito turistico come location per i concerti, l’Acquario di Cala Gonone, un luogo che permetterà al pubblico di godere della vista del golfo ma anche punto di ritrovo per le degustazioni di vino e formaggi offerti dalla Cantina di Dorgali e dalla Coop. Dorgali Pastori.

Al Teatro Comunale di Cala Gonone, giovedì, alle 22,00, il via con l’esibizione dei pianisti Gloria Campaner e Leszek Mozdzer che dopo la formidabile e affiatata esecuzione al festival di film e musica di Poznań, Transatlantyk, si esibiranno nell’accogliente e più mediterraneo palco di Cala Gonone. Qui prenderà vita un’interessante composizione di sonorità decise e accattivanti. Sette ottave di uno strumento che vive, si dimena e comunica una moltitudine di modi d’essere, guidati da quattro sapienti mani che corrono sui tasti e moltiplicano espressioni e interpretazioni dello strumento realizzando affascinanti intrecci.

Sull’intervento a questa rassegna jazzistica insieme al compositore polacco, nuova rivelazione del campo, la giovane musicista veneta ha dichiarato “La nostra esecuzione è basata più su uno scontro, quello delle idee, sebbene la matrice che unisce il nostro lavoro sia comune;  infatti entrambi abbiamo sempre avuto a che fare con la musica classica e le esecuzioni in programma saranno basate sui lavori del compositore polacco Witold Lutosławski del quale presenteremo le variazioni sul capriccio 24 di Paganini. Dal mio punto di vista questa sarà una sfida per portare la musica classica anche in un ambiente dove -in genere- non arriva.”

Sebbene la musica da camera e le meravigliose esecuzioni dei grandi compositori classici sembrino preponderanti nella sua carriera, Gloria Campaner è una musicista eclettica e ben disposta alle sperimentazioni.

 

“Si può dire abbia sempre prediletto questo genere. Ho sempre avuto un forte legame con questa musica: l’occasione di esplorare diversi percorsi è arrivata anche grazie a mio padre che mi ha sempre accompagnata ai concerti jazz. Da un punto di vista professionale il mio primo e più importante contatto è stato nel 2008 con Franco d’Andrea, in seguito ho avuto l’opportunità di iniziare una collaborazione con Stefano Bollani e Leszek Mozder, grandi rappresentanti di questa forma artistica”.
“Per mia scelta e formazione la mia non è una strada destinata al jazz, ho scelto di percorrere un sentiero diverso, ma se ho la possibilità di creare una fusion non mi tiro certo indietro. A volte sento l’esigenza di scardinarmi dal mio ruolo come pianista classica e ritengo di avere un’apertura mentale che mi consente di rompere gli schemi ordinari e lasciarmi trascinare attraverso dimensioni più malleabili. Per me è molto divertente e stimolante, inoltre ho sempre avuto un’estrema ammirazione per chi nasce con questo piglio istrionico; è una specie di forza interiore, un motore creativo innato. Provo sensazioni meravigliose quando assisto ad una jam session tra persone che appartengono a questo mondo, ma sono anche una donna capace di mettersi in discussione e infatti ho in cantiere un progetto per l’EXPO di Milano, uno spettacolo live che comprenderà un’elaborazione della musica classica in maniera da creare una simbiosi con quella elettronica e tecno”.

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