Cagliari, la fine di un amore tra ironie e paure con Monica Guerritore

Storie d’amore e amicizia con “Mariti e Mogli” – raffinata e divertente commedia sul gioco delle passioni e i delicati equilibri della vita di coppia tratta dall’omonimo film di Woody Allen, con adattamento e regia di Monica Guerritore, anche protagonista sulla scena assieme a Francesca Reggiani e a due eccellenti interpreti quali Pietro Bontempo e Antonio Zavatteri – nel ruolo dei due mariti. Completano il cast – per un viaggio nei labirinti della psiche, con una lucida e spietata analisi dell’evoluzione di una relazione dall’inspiegabile attrazione alla consapevole accettazioni reciproca, alle insidie dell’abitudine – Alice Spisa (già Premio Ubu Under 30 nel 2013 per “Lo stupro di Lucrezia”), Enzo Curcurù, Lucilla Mininno e Angelo Zampieri.

La pièce, incentrata sui capricci del cuore e le imprevedibili leggi del desiderio, a fronte delle regole del matrimonio e delle rassicuranti convenzioni sociali – debutterà nell’Isola sotto le insegne del CeDAC –mercoledì 26 aprile alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari, dove sarà in cartellone fino a domenica 30 aprile (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30-turni A, B, C e, D e la domenica alle 19 – turno E) per l’ultimo appuntamento con la Stagione 2016-17 de La Grande Prosa – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Ironia e dramma s’intrecciano nelle vicende di due coppie allo specchio, costrette a confrontarsi con lo spettro della fine di un amore, tra la paura della solitudine e l’esigenza di ricominciare a vivere, e magari di sperimentare nuove emozioni, fuori dall’alveo di una consolidata routine: la decisione di separarsi, presa (quasi) consensualmente da una coppia di amici, induce due sposi a interrogarsi sul valore del loro stare insieme, e sul futuro. Tutto avviene in una notte, in una sala da ballo che via via si trasforma in ristorante e sala d’attesa, un luogo (meta)fisico – evocato dalle scenografie di Giovanni Licheri e Alida Cappellini, e dipinto e trasformato dalle luci di Paolo Meglio – che rappresenta lo scenario dei momenti cruciali nell’esistenza dei quattro protagonisti, tra incontri fatidici, tradimenti e addii. I costumi di Valter Azzini contribuiscono alla caratterizzazione dei personaggi, nella dimensione iperrealistica di un racconto che fotografa la vita, con i dialoghi densi di sottintesi e scanditi da silenzi, intrecci di sguardi, gesti apparentemente casuali ma rivelatori di segrete inquietudini, come di fragilità e contraddizioni di un’umanità senza più maschere, messa a nudo con i suoi vizi e (rare) virtù.

“Mariti e Mogli” offre con il gusto amaro della verità molteplici spunti di riflessione sulle intemperanze della ragione come sulla volubilità degli affetti, sugli ardori di eros e sulla tenerezza e le complicità di antichi amanti, in un’abile costruzione dialettica che induce i personaggi a confessarsi reciprocamente inganni, casuali tentazioni e occasionali cedimenti, ma soprattutto la stanchezza, l’insofferenza e – il nemico più temibile – la noia. Tra gli immancabili riferimenti alla psicanalisi – in una sorta di seduta di gruppo – e la voluta informalità dei riti conviviali, emergono le ansie e le insoddisfazioni, il subdolo male di vivere e le superficiali consolazioni mondane: i quattro protagonisti, nel discutere una questione delicata e personale, si trovano a fare i conti con il proprio vissuto, tra speranze, sogni e disincanto. I graffi sull’anima – tracciati dalle ingenue crudeltà, dagli atti mancati, dai tradimenti – restano incancellabili testimoni di un fallimento, o forse soltanto dell’imperfezione del reale rispetto alle idilliache aspirazioni e alle proiezioni della mente, e la fine delle illusioni sembra coincidere necessariamente con la rottura di ogni legame.

Il quieto vivere – e l’auspicata pace dei sensi – suggerirebbero di rassegnarsi all’inevitabile, perché se l’amore puro non esiste, dalle ceneri di un matrimonio potrebbe sbocciare un’amicizia profonda e duratura, senza gelosie né antagonismi, ma nella complicata giostra delle passioni ciascuno fa le sue scelte, i ruoli si capovolgono, chi fuggiva si fa inseguitore, o viceversa, mentre il senso di responsabilità e il senso di colpa inducono a misurare gli eccessi e i piaceri libertini, insieme alla coscienza del ridicolo e al timore del giudizio del mondo. Omnia vincit Amor – e in fondo l’epilogo di “Mariti e Mogli” riconduce i destini sotto l’egida del sentimento più universale, con le sue leggi ferree e imperscrutabili, che non per nulla fanno pensare ai capricci di un dio fanciullo: due si separano, nascono nuove liaisons e riaffiorano storie dimenticate, un matrimonio si rinsalda, un altro si scioglie tra insospettabili alchimie, per le imprevedibili vie del cuore.

Oltre la Scena /incontro con gli artisti: venerdì 28 aprile alle 17.30 al Cinema Odissea di Cagliari, Monica Guerritore e Francesca Reggiani assieme alla compagnia racconteranno “Mariti e Mogli” per una riflessione su teatro e società – a cura di Gianluca Floris (cantante lirico, regista, autore – presidente del Conservatorio di Musica G. Pierluigi da Palestrina di Cagliari) – ingresso libero fino ad esaurimento posti

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share