Berardi, Premio Ubu, in scena a Sinnai: ‘Amleto Take Away’ è un inno alla vita

È ovviamente molto orgogliosa Maria Assunta Calvisi, direttrice artistica del teatro di Sinnai e della compagnia dell’Effimero Meraviglioso: sabato sera, sul palcoscenico del teatro Civico arriva Gianfranco Berardi, attore pugliese freschissimo di Premio Ubu 2019 (ex aequo con Lino Guanciale). “Io e Gianfranco ci conosciamo da tempo, era già stato ospite quattro anni fa sul nostro palcoscenico con In fondo agli occhi, uno spettacolo che ho amato molto. Averlo con noi dopo questo importante riconoscimento, il più importante per chi lavora nel mondo del teatro, sarà un’occasione in più per ammirare la sua straordinaria potenza attoriale”.

Pugliese, non vedente, fondatore assieme a Gabriella Casolari dell’omonima compagnia, Berardi ha sempre messo in scena opere originali di drammaturgia contemporanea, perfettamente a suo agio fra il teatro tradizionale ed un linguaggio pop più sperimentale ed innovativo, tanto da definire i propri lavori vere e proprie tragicommedie. Amleto take away, lo spettacolo in cartellone domani sera (ore 21) è un lavoro che si rifà all’Amleto di Shakespeare, ma solo come provocazione: Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è un personaggio ideale per l’interpretazione di Berardi. Un Amleto potente e bizzarro, che procede a marcia indietro, che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e si tuffa nella vita anche quando ha la consapevolezza che non gli porterà nulla di buono.

“Tutto è schiacciato fra i barbari del nord e i nomadi del sud – scrive Berardi nelle note di regia -: le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili. In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’Amleto di Shakespeare”. Raccontando se stesso, utilizzando l’autobiografia per parlare dell’universale, l’attore mette in atto un gioco di svelamenti: al di là della tecnica teatrale, piano piano si mette a nudo, eliminando gradatamente le maschere. “Più si va in fondo agli occhi più si va in punta di piedi” ha detto. Ed è così. Il suo percorso personale, il suo desiderio di fare teatro, la sua vita familiare, planano sulla platea scivolando in un finale romantico e autentico, conquistando e trascinando il pubblico nel vortice del suo ritmo ribelle. Ma non è Gianfranco a farlo, è quel moderno Amleto in cui trasfonde se stesso.

Donatella Percivale

 

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