‘Banditi a Orgosolo’, immagini e storia: una mostra sul film di Vittorio De Seta

In occasione dei sessant’anni dalla uscita del film ‘Banditi a Orgosolo‘ nelle sale cinematografiche e dalla sua premiazione alla Mostra del cinema di Venezia, ma anche a dieci anni dalla scomparsa del regista, viene presentata la mostra fotografica ‘Abissi di silenzio. Immagini dal film Banditi a Orgosolo, Vittorio De Seta, 1961′, a cura di Antioco Floris e Antonello Zanda, in programma a Cagliari dal 26 maggio al 30 giugno nei locali della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta e a Nuoro dal 9 luglio al 15 agosto al Museo del costume in via Mereu. Banditi a Orgosolo occupa una posizione riconosciuta nella storia del cinema mondiale. Dalla sua uscita nel 1961, con il premio come miglior opera prima alla Mostra del cinema di Venezia, è stato via via sempre più apprezzato per le sue qualità cinematografiche e narrative fino a poter condensare il giudizio sul film nelle parole di Martin Scorsese: un capolavoro indiscusso.

Per la Sardegna la pellicola riveste però un valore ulteriore in quanto negli anni ha assunto il carattere di film di fondazione, opera da cui è difficile prescindere quando si riflette sull’immaginario cinematografico legato all’isola. “Banditi a Orgosolo – sottolinea a riguardo il direttore della Cineteca Sarda, Antonello Zanda – è uno dei film più importanti della storia cinematografica della Sardegna e la mostra ‘Abissi di silenzio’ sottolinea il fatto che per la Cineteca e per chi lavora oggi nel mondo del cinema, il capolavoro di De Seta è un pilastro ineludibile, in quanto segna un punto fermo nella rappresentazione culturale della nostra isola e della nostra storia”.

L’esposizione raccoglie una selezione di immagini del film, fotogrammi e foto di scena, rappresentative dello stile di Vittorio De Seta, ma che offrono anche uno spaccato visivo del mondo barbaricino a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta di cui Banditi a Orgosolo è espressione. “Del film è sempre stata particolarmente apprezzata la fotografia molto curata – dichiara Antioco Floris, curatore della mostra – tanto che i singoli fotogrammi sembra possano avere una vita autonoma. Per questo motivo è sembrato naturale presentarli in un percorso espositivo che potesse dare un senso ulteriore al racconto della Barbagia fatto da De Seta”.

Stefania Masala, commissario straordinario dell’Isre, aggiunge: “Martin Scorsese ha definito Vittorio De Seta un antropologo che si esprime con la voce di un poeta. Non si può che essere d’accordo con questa affermazione. De Seta posa il suo sguardo carico di nostalgia su una realtà – quella della Sardegna dell’interno – che già settant’anni fa era minacciata da uno sviluppo illusorio e senza speranza, restituendo la preziosa testimonianza di un mondo arcaico, dove l’esistenza è sempre difficile”.

La mostra, prodotta dalla Società Umanitaria-Cineteca Sarda a partire da un progetto di ricerca condotto dal Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università di Cagliari e promossa in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico e la Fondazione di Sardegna, può essere visitata a Cagliari alla Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta, dal 26 maggio al 30 giugno (lun-sab 10:00-19:00) e a Nuoro al Museo del costume in via Mereu dal 9 luglio al 15 agosto. L’ingresso è libero.

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