L’opera dà l’idea di spostarsi col vento e la sua forma sembra quasi piegata dalla forza del maestrale. Vuole comunicare movimento: e del resto il luogo dove è collocata racconta di passaggi, collegamenti, transizioni. Si tratta di un arazzo sardo tessuto a pibiones ma realizzato (curiosamente) in cemento ed è collocato in una parete del passaggio pedonale mobile tra il terminal passeggeri dell’aeroporto di Elmas e la stazione ferroviaria. L’opera è dell’architetta e designer cilena Paulina Herrera Letelier, che da tempo vive e lavora nell’Isola: il lavoro è lungo 12 metri e alto 80 centimetri, la superficie è in cemento a vista puntellato da elementi in vetro e metallo. Alcune zone sono state incise, modellate o pitturate durante il getto. Si chiama InTransit ed è un regalo che l’azienda Frem Group ha voluto fare alla città di Cagliari – in collaborazione con la designer – per abbellire lo spazio urbano.
L’artista – nata a Santiago del Cile e cagliaritana d’adozione – da alcuni anni porta avanti un percorso molto personale legato al tessile e ha disegnato diverse collezioni di tappeti e arazzi che dialogano con la tradizione sarda senza però rinchiudersi in essa: un mix di tecniche classiche e design contemporaneo, con l’idea di raccontare il territorio dell’Isola attraverso manufatti d’eccellenza. Nel caso degli arazzi di cemento l’impronta è la stessa: a cambiare sono – naturalmente – materia e funzione. “Dal design di un prodotto per l’arredamento in questo caso mi sposto in un territorio diverso – racconta Herrera -. In edilizia di solito non è facile trovare il design. Così quando ho incontrato l’azienda con cui ho realizzato l’opera ci siamo piaciuti tantissimo e mi hanno supportato in questo percorso”. Nei suoi lavori tessili – la maggior parte dei quali realizzati in collaborazione con la storica azienda di Mariantonia Urru a Samugheo – gli elementi visivi costituiscono riflessioni sul paesaggio sardo e racconti del territorio. Il riferimento all’Isola qui è caratterizzato da un elemento naturale. “L’idea dell’arazzo è quella di una fascia di tessuto che svolazza, come spostata dal vento – spiega Paulina -. Quando abitavo a Castello mi è rimasta molto impressa l’immagine dei panni stesi nelle finestre che si affacciano sulla strada e mossi dal maestrale. Ho legato questa idea al tema della fragilità del materiale e a quella della libertà di essere trasportati dal vento, in un momento storico come questo in cui siamo un po’ costretti e i movimenti limitati”.
InTransit è il terzo arazzo di cemento realizzato dalla designer negli ultimi anni. Il primo lo ha creato a Pau, dove Herrera ha proposto due interventi di grandi dimensioni, Pietra nera e Tracce di pietra nera, che raccontano la nascita dell’ossidiana attraverso degli arazzi di cemento, ferro e pietra. Il secondo è un Monumento ai caduti creato a Samugheo e inaugurato il 4 novembre. “Non mi ero mai accostata al tema del ricordo e della morte – racconta Paulina – e ho cercato di fare un lavoro che fosse rappresentativo di un territorio che è fortemente rappresentato dal tessile”. Il riferimento principale è a su tapinu de mortu, “un manufatto che le famiglie conservavano e tiravano fuori in occasione della morte di qualcuno – racconta la designer -: in passato si sistemava a terra o sotto la bara durante la cerimonia funebre. Nel tappeto ci sono icone diverse che rappresentano la vita dopo la morte e la rigenerazione del ciclo della vita”. Il monumento è una specie di panchina, dove ci si può sedere e sdraiare: da quella postazione è possibile indirizzare lo sguardo verso l’installazione luminosa che ha realizzato la designer e che rappresenta il ricordo della persona che è venuta a mancare.
Andrea Tramonte