Antonio Gavino Pintus, la Sardegna riscopre (quasi un secolo dopo) un grande artista

Su la Nuova Sardegna del 16 ottobre scorso, Manlio Brigaglia, su sollecitazione del pittore ed incisore Enrico Piras, ha segnalato un artista sardo, tal Antonio Gavino Pintus, sassarese, di cui lo stesso Piras scrive ”di aver trovato su una rivista napoletana degli anni Trenta (Cimento) ” una incisione molto interessante“. E aggiunge che di questo artista, inspiegabilmente, si sarebbero perse le tracce.

Non è un caso che un personaggio dal talento di Enrico Piras abbia rivolto la propria attenzione a un artista di cui si sa “quasi nulla”, per il solo fatto di apprezzarne fortemente l’opera. Ma Piras non è il solo: recentemente altri attenti collezionisti di artisti sardi hanno orientato le loro ricerche verso quel “tal Pintus”, incisore sardo del primo Novecento.

Perché lo definiamo in questo modo generico, come si indica uno sconosciuto? Perché davvero di questo artista si conoscono pochissime opere e si hanno anche poche notizie biografiche. Si sa di un Antonio Pintus che nacque a Pattada nel 1907. E si sa che due sue opere sono di proprietà della Camera di Commercio di Sassari e altre sei– tre delle quale concesse in uso al Museo Altana di Ozieri – sono in mano a collezionisti privati.

Enrico Piras, come si è detto, parla non di un “Antonio Pintus”, ma di un “Antonio Gavino Pintus”, incisore sassarese. Tutto fa pensare che si tratti dello stesso artista. E’ infatti assai improbabile che nel primo Novecento ci fossero nel Sassarese due validissimi incisori quasi omonimi di cui si sono perse le tracce.

Insomma, con molto ritardo stiamo scoprendo un nostro grande artista. Anzi, stiamo riscoprendo. Perché, andando a cercare nella Rete, si può trovare un interessante articolo scritto nel 1930, per la rivista Almanacco, da Pietro Antonio Manca. Il quale sottolineava la grandi capacità del suo collega Antonio Pintus che equiparava a un altro suo grande contemporaneo, Antonio Mura.

G. B. 

Entrambe le opere sono state concesse in uso al Museo Altana di Ozieri

 

Giorgio Bartolomeo

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