Al Lirico la Turandot con la Pechino di pietra di Sciola

Una Cina senza tempo e una Pechino di pietra dai colori mediterranei. Il sipario del Lirico di Cagliari si apre ancora nel segno forte di Pinuccio Sciola, con le sue geniali e contemporanee scenografie pensate per la Turandot. La prima del capolavoro incompiuto di Puccini va in scena da venerdì 17 marzo alle 20.30 e prosegue con altre sei repliche fino all’11 aprile. Come già nel 2014, sarà la magia delle sculture-architetture firmate dal maestro di San Sperate a segnare la linea del cielo di una visionaria e post moderna città proibita e a fare da cornice alla storia della gelida principessa d’Oriente.

Torri di guardia e grandi mura della città imperiale, come testimoni silenti, a sottolineare il genio dell’artista scomparso lo scorso maggio – oggi avrebbe compiuto 75 anni – e che ha lasciato anche nel teatro di via Sant’Alenixedda la sua marcata impronta firmando uno straordinario impianto scenico, unica sua esperienza nel teatro musicale. È il secondo appuntamento della Stagione lirica e di balletto 2017, dedicato all’ideatore delle pietre sonore, famose in tutto il mondo. Sul podio punta di diamante del complesso artistico, il giovane direttore britannico di origine asiatica Alpesh Chauan, al suo debutto nell’opera lirica e già applauditissimo a Cagliari nella scorsa stagione concertistica.

“Ho utilizzato la pietra della mia terra per attualizzare l’opera e costruire le mie sculture architettoniche che interpretano la contemporaneità della Pechino di oggi”, aveva raccontato Sciola all’ANSA mentre lavorava a Turandot. I segni del suo intervento si intravedono ancora prima che si alzi il sipario sul palcoscenico. Davanti all’ingresso si staglia imperioso un grattacielo a creare un rapporto perfetto con il tessuto urbano. Nel foyer di platea è stata allestita fino al 15 maggio la mostra “Pinuccio Sciola. Genesi della Turandot”.

“Fu quell’ultima nota di chiusura dell’opera incompiuta a spingere nostro padre ad accettare la sceneggiatura di Turandot – spiega la figlia Maria, direttrice generale della Fondazione Sciola e curatrice della mostra assieme a Rossella Atzori, le fotografie esposte sono di Ivan Capra e Attila Kleb – un’ultima nota che risuona identica al suono che l’artista riusciva a liberare dalla materia pietra”. Maria sarà in platea assieme a Chiara e Tomaso, gli altri figli di Pinuccio Sciola, rispettivamente vice e presidente della Fondazione.

“Mi piace ricordare babbo salire sul palco a raccogliere i calorosi applausi – dice Tomaso – fisicamente piccolo e minuto ma imponente nel suo impatto scenografico e personale ed emozionale”. La prima della Turandot di Pinuccio Sciola si preannuncia da gran pienone. “Un opportuno omaggio e una rinnovata attesa per uno spettacolo prodotto dai nostri laboratori e dai nostri lavoratori con molta professionalità – sottolinea il sovrintendente Claudio Orazi – e che ritorna all’attenzione del pubblico per un altro auspicabile successo”.

Maria Grazia Marilotti (Ansa)

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