Al Ard festival, i premi del cinema palestinese assegnati a Cagliari

È andato al film della regista palestinese Mai Masri ‘Beirut: Eye of the Storm’ (2021) il premio Al Ard 2022 assegnato dalla giuria di esperti perché “l’opera è il racconto di Beirut degli ultimi tre anni che mostra un paese nel momento del sogno, della libertà e anche della perdizione”.

La regista Mai Masri segue quattro giovani donne che raccontano i disordini: la giornalista Hanine, la cameraman irachena Lujain e le sorelle Noel e Michelle, che commentano la situazione politica attraverso popolari video musicali satirici. “Beirut: Eye of the Storm dipinge un quadro di un paese devastato, ma è principalmente un ritratto dell’attivismo giovanile e una speranza per il futuro”.

Si è conclusa così domenica sera, al Teatro Massimo la diciottesima edizione dell’appuntamento sardo con il cinema arabo palestinese organizzato dall’associazione Amicizia Sardegna Palestina. Con la motivazione che “è un film di innovazione assoluta tanto nella scrittura di rara altezza lirica e politica quanto nel mosaico visivo che, attraverso una soggettiva immersiva, conduce nel cuore di una Betlemme sfigurata dall’occupazione” la giuria ha infatti assegnato il premio al miglior film sulla Palestina a Emily Jacir per Letter to a friend (2021).

A Doris Hakim, per il film Diwan, il premio Miglior regista emergente in grado didipingere un vivo quadro della resistenza dei palestinesi di Nazareth al tentativo israeliano di cancellare la cultura, l’identità loro e della loro città”.

Il premio della sezione Handala è andato al regista libanese Chirstian Harb per il film muto What remains (2020) perché “è un’eloquente e suggestiva rappresentazione degli effetti devastanti dell’esplosione del 4 agosto 2020 al porto di Beirut. Il ritmo delle immagini, la successione o l’accostamento di primi e secondi piani, raccontano in pochi minuti con grande maestria un dramma che si allinea a tanti altri nella tormentata storia del Libano e della città”.

L’Associazione Sardegna Palestina ha invece assegnato il suo Premio a Sameer Qumsiyeh per il film Walled citizen (2020), un “film giovane e fresco, che racconta con (auto)ironia e leggerezza le restrizioni alla libertà di movimento imposte a chi detiene un passaporto palestinese”. Infine, il pubblico presente in sala ha espresso il proprio gradimento per film Sarura. The Future is an unknown Place di Nicola Zambelli (Italia 2021). Una menzione speciale ai film ‘A Talk with Remarkable People‘ di Maryse Gargour (Libano/Greece 2021), ‘Bank of Targhets’ di Rashid Sarraj (Palestina 2021), ‘The Wall‘ di Mira Sidawi (Libano 2020).

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