Cagliari saluta ‘Pratzita Maria Lai’. Omaggio all’infinito dell’artista

Un vuoto urbano lasciato lì, sotto gli occhi di tutti, sin dopo i bombardamenti del 1943.  Uno spazio bellissimo, aereo, affacciato sulla città di Cagliari, tra via del Duomo, a Castello, e via del Fossario, proprio di fronte al Museo Diocesano. Da oggi, quello spazio avrà un nome: Pratzitta Maria Lai, omaggio a una donna, al suo infinito, a un’artista che ha portato lontano il nome della Sardegna nel mondo. Una donna che ha ‘legato’ il suo paese alle montagne di Ulassai. E che diceva: “Questo fa l’arte: farci sentire più uniti, senza non siamo più umani”.

Sarebbe piaciuta a Maria Lai la sua piazza, perché a scegliere di darle quel nome sono stati gli studenti di una scuola, l’Istituto Comprensivo Santa Caterina, fautori di un progetto partito qualche anno fa e dedicato proprio alla toponomastica bilingue femminile. “La sua importanza come donna e come artista – ha detto Roberto Tramaloni, presidente della commissione Affari Generali del Comune -, mi ha portato ad essere primo firmatario e a sostenere fortemente la proposta, nonostante la necessità di un’autorizzazione del prefetto, dato che ancora non sono trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa”. Maria, di cui quest’anno si celebrano i cento anni dalla nascita, è morta sei anni fa nella sua bella casa di Cardedu. Era il 16 aprile del 2013.

Questa mattina a Cagliari, in una bella giornata di sole, a salutare la nuova piazza, quell’infinito che porta il suo nome, ci sarà la famiglia, al lavoro per far nascere l’omonima Fondazione, ci sarà il sindaco Massimo Zedda e ci saranno gli studenti, i ragazzi che Maria ha sempre amato, consapevole che è proprio nelle mani dei più giovani che va riposto con cura il seme dell’arte. “Vorrei che ogni scuola avesse una piccola stanza per accogliere un’opera, tenerla per almeno quindici giorni, mostrarla ai bambini, ai ragazzi, e consentire  loro di apprenderne il linguaggio” aveva detto in occasione della laurea ad honorem conferitale dall’Università di Cagliari nel 2004. Era felice. Anche quando nel 2010 inaugurarono l’Aula (che poi prese il suo nome) in via Nicolodi per l’allora Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari. Ancora oggi, custodita tra quelle mura, c’è una sua bellissima opera.

E se l’arte deve andare a scuola, deve anche abitare le strade, i vicoli e le piazze delle città in cui ogni giorno ci muoviamo. Per questo avrebbe sorriso stamattina Maria, dolcevita nero e sguardo trasognato: avrebbe guardato la sua piazza e scrutato l’infinito. Cercava i fili fantastici per tornare a cucire la bellezza del mondo.

Donatella Percivale

 

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