L’obiettivo di Slow Food è quello di restituire una fotografia dettagliata della ristorazione più autentica, tra trattorie, osterie e agriturismi. I criteri di scelta sono l’accoglienza, la cucina del territorio, la selezione delle materie prime e il prezzo ragionevole. L’edizione 2022 della guida Osterie d’Italia propone una vastissima quantità di insegne che rappresenta un vademecum indispensabile per chi ama girare per gustare nuovi piatti, creazioni originali o proposte tradizionali fatte come si deve. Un’alternativa rispetto agli indirizzi scelti ad esempio dalla Michelin: più informali, accessibili. Anche la Sardegna è ben rappresentata nel volume, con una quarantina di ristoranti sparsi per il territorio. A partire dalle “Chiocciole“, il simbolo di eccellenza per Slow Food. Quest’anno sono sette: La locanda dei buoni e cattivi e Su Tzilleri a Cagliari, Su recreu a Ittiri, Il portico e Il rifugio a Nuoro, Letizia a Nuxis e La rosa dei venti a Sennariolo. Locali che propongono una cucina più tradizionale, attentissima alle materie prime sarde ma senza dimenticare un tocco di creatività più personale.
Ecco tutti i nomi dei ristoranti recensiti. Il mosto (Aggius); Lo romanì (Alghero); La pineta (Arzana); Locanda di corte (Bosa); Sa pischera mar e pontis, Il caminetto e La bell’e Cabrasa (Cabras); Sa piola, Lo zenit, Chiaroscuro e Il fanà (Cagliari); Oasi blu (Calasetta); Da Andrea al Cavallera (Carloforte); Desogos e Meridiana (Cuglieri); Locanda Rosella (Giba); S’Anninnia (Gonnesa); Sa rosada (Mamoiada); Panelentu (Nuoro); Sperrittu (Olbia); Da Gino, Il giglio e Craf da banana (Oristano); Li lioni (Porto Torres); Pani e casu (Quartu); Il vecchio mulino e L’assassino (Sassari); La rosa dei venti (Sennariolo); Kent’annos (Sennori); La gallurese (Tempio Pausania); L’oasi (Teti); Da Lucio (Terralba); Locanda del muggianeddu (Tonara); Su bullicciu (Ulassai).
A.T.