I 960 vini migliori d’Italia, ecco i sardi. Due Vernacce conquistano i primi premi

Andrea Tramonte

di Andrea Tramonte

Ci sono due vini sardi tra le eccellenze italiane della categoria, selezionate da esperti internazionali e da Vinitaly. Per la precisione si tratta di due Vernacce. Veronafiere ha premiato come miglior vino italiano nella categoria 5StarWines la Vernaccia Oristano Dc riserva “Judikes” 2008, e nella categoria Wine without walls – come miglior vino sostenibile – la Vernaccia riserva “Antico Gregori” 1979 della cantina Attilio Contini. 

L’evento è giunto alla sesta edizione e prevede una degustazione di tre giorni dedicata alle cantine che lavorano per migliorare i propri vini, con una giuria altamente qualificata che proviene da ogni parte del mondo. L’anno scorso sono stati degustati oltre 2.000 vini e di questi 510 sono stati inseriti nella guida finale – pubblicata in cartaceo e digitale – che poi viene inviata a oltre 10.000 addetti ai lavori: uno strumento di promozione e marketing che dà lustro alle produzioni selezionate.

Quest’anno le etichette individuate sono ben 960: 651 per la guida 5StarWines – dedicata al mondo dei cosiddetti vini convenzionali – e 309 per quella Wine without walls, la sezione dedicata al mondo dei prodotti biologici, biodinamici e in generale che spingono in modo deciso nella direzione della sostenibilità ambientale. La Vernaccia Judikes ha ottenuto un punteggio di 97 su 100 e svetta nella classifica dei migliori vini in Italia. La bottiglia è un omaggio all’epoca dei Giudicati e nasce da vigneti ad alberello con una viticoltura che impiega solo concimi organici, rame e zolfo, nella bassa valle del Tirso. La maturazione ossidata del vino dura più di quindici anni: un prodotto d’eccellenza che ha bisogno del tempo necessario per esprimere la sua struttura e i suoi sentori.

I VINI 5STARWINES

Sfogliando la lista – e limitandoci alle bottiglie che hanno ottenuto un punteggio superiore a 90 – troviamo al secondo posto tra i sardi il Naniha delle Tenute Perdariubia in Ogliastra: solo 10.000 bottiglie per un Cannonau in purezza prodotto da vigneti biologici con vendemmia fatta totalmente a mano. Stesso punteggio – 94 – per il Mandrolisali della Cantina Fradiles – premiato nel 2014 col massimo punteggio dalla rivista Doctor Wine -, un mix di Cannonau, Monica e Bovale prodotto ad Atzara. La cantina Siddùra riesce a piazzare il Carignano Bacco 2020 mentre la Tenuta Asinara l’Herculis 2015. Su’entu di Sanluri ottiene un punteggio di 93 col suo Bovale Su’diterra 2020, uno dei prodotti di fascia alta della cantina della Marmilla. Spazio a due Vermentini, che ottengono un punteggio di 93: il Canaily 2021 della Cantina Gallura e il Clos 2020 di Atlantis, a Berchidda.

Scorrendo la lista incontriamo anche il Cannonau Anzenas 2019 di Dolianova, il Nalboni 2020 della Cantina Li Duni, il Sincaru Riserva 2018 di Surrau, il Sass’Antico 2019 della Tenuta L’ariosa, il Carignano La Giara 2020, l’Hassan 2017 – ancora della Tenuta Asinara -, il Terresinis 2021 – un’altra etichetta della Cantina della Vernaccia -, il Funtanaliras Oro 2021 della Cantina del Vermentino, l’Istrale Black Label 2021 della società agricola Sequi e il Su’orma, un bianco di Su’entu. Di Santa Maria La Palma di Alghero c’è il Cannonau riserva Redìt 2017 e di Zanatta il Tararà 2017. Atlantis piazza anche il Maju 2019 mentre a 91 troviamo anche il Dejola 2020 delle Tenute Pili, il bianco passito Oirad 2018 di Ferruccio Deiana, il Bovale Omphalos 2020 della Cantina del Mandrolisai, il Carignano Pedrastella 2019 de L’Ariosa, il rosato Tiressa 2021 di Bastiano Ligios e l’Archeo 2020 di Sequi. Stesso punteggio per due etichette di Fradiles: il Creccherie 2019 e Angraris 2017. Poi: il Moscato Kentàles 2018 di Chessa e il Passito Oro 2020 di Giorgio Fara. Per chiudere, un’altra Vernaccia – Juighissa 2013 – e cinque Vermentini: Piras Gold limited edition 2020, il Vermentino Superiore 2020 di Campianatu, Lagrimedda di Li Seddi e il Prendas 2021 di Dolianova.

I VINI SOSTENIBILI

La sezione di Wine without walls è dedicata ai vini certificati biologici e biodinamici e ad aziende aderenti a certificazioni di sostenibilità (in base a questi criteri rimane fuori il mondo dei vini naturali, più “anarchico” per definizione”. L’obiettivo è quello di valorizzare le etichette che hanno della difesa dell’ambiente un punto di forza, sia in vigna che in cantina. Il migliori vino sostenibile a livello italiano è l’Antico Gregori di Contini, una Vernaccia che nasce su terreno sabbioso della valle del Tirso su impianti ad alberello di vigne adulte. Una bottiglia che si produce solo nelle migliori annate. Ottimo piazzamento anche per il Kuéntu 2017 di Atha Ruja, un Cannonau che proviene da viti con oltre 40 anni di vita coltivate da alberello. Il vino Biologico Decchitu 2020 – un Vermentino delle Tenute Filigheddu – ottiene un punteggio di 94, mentre a 92 troviamo il Vermentino biologico 2021 delle Fattorie Isola e un’altra Vernaccia, la Flor 2018 di Contini. Il Canonnau 2019 di Atha Ruja ottiene 91 così come il Cannonau biologico delle Fattorie Isola, il bianco I Giganti 2020 di Contini e il rosso Uttìu 2016 e il Vermentino Aria 2020 di Rossini.

Andrea Tramonte

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