A Cagliari lo street food dei centenari: apre il market con i prodotti della blue zone

Laura Fois

La spianata con il maialetto di Seulo, il prosciutto crudo di Villagrande da passeggio in cono, le polpette di pecora, i culurgiones fritti, su frigadori (il pane tipico) di Esterzili, la zuppa dei centenari. Sono i prodotti tipici di tante piccole aziende della blue zone sarda che si potranno comprare e gustare come street food a Cagliari. L’idea di Maria Carta, originaria di Seulo, chef e proprietaria di Is femminas, il ristorante premiato di recente nella guida 2023 del Gambero Rosso con ben due forchette.

Il “Blue zone store”, proprio davanti al ristorante Is femminas, mette in mostra tanti altri prodotti tipici degli interni montuosi della Barbagia e dell’Ogliastra: legumi, frutta secca, miele, vino. È il cibo dei centenari, e non a caso Is femminas vuole essere la cucina del cibo sano e della longevità: “La mia terra d’origine mi ha ispirato l’idea di far assaggiare, a locali e turisti, i prodotti delle piccole aziende della blue zone che lavorano con la naturalezza degli ingredienti. Gli animali crescono allo stato brado, le marmellate contengono solo frutta e zucchero, non ci sono aggiunte né trasformazioni”. Al centro il benessere delle persone. E tra il gran caprino dei centenari, le marmellate di Pompia, le salsicce e le birre artigianali, una colazione sarda e un aperitivo da strada, si invita anche a conoscere la storia dei paesi dell’interno sardo in cui si vive più a lungo e in salute.

I coni da passeggio.

Is femminas ha aperto nel 2019. “Sono stati otto mesi di lavoro e due anni di lockdown, dove siamo andati avanti grazie alla voglia di fare le cose per bene: pasta fresca, cibo sano, con la voglia anche di sperimentare”. Un esempio tra tutti: il gambero avvolto dal filindeu, uno degli assaggi principe del menù degustazione. Maria Carta è nata e cresciuta a Seulo, poi ha lavorato a Roma per 23 anni. In Sardegna è tornata otto anni fa, e dopo alcune esperienze, sempre nel mondo della ristorazione, ha deciso di fare il grande passo. “In realtà la passione per la cucina è arrivata in seguito a una punizione – confessa la chef. – A 15 anni mi avevano bocciato a scuola e mio padre per un anno intero mi ha fatto cucinare con i prodotti dell’orto”. Da lì la cucina è stata punto di partenza e di ritorno, con il cuore sempre a Seulo, paese di centenari: “Mia nonna ha 96 anni, mio nonno aveva 98 quando è morto, il fratello di mio nonno ha quasi 100 anni e ancora va all’orto e fa il miele”.

L’interno della bottega Is femminas.

Un’altra particolarità della bottega è che conta 60 etichette di vini esclusivamente di cantine gestite da donne, proveniente da tutta Italia. Infine, la visione: “Piano piano inseriremo anche i prodotti delle altre blue zone del mondo – conclude Carta -. E c’è una sorpresa: il gin giapponese”. Il progetto è appena partito ma è già un unicum, non solo in Sardegna. “La cucina è il luogo designato alla conservazione delle tradizioni, poiché è anche il modo di preparare le pietanze che rivela le origini di un popolo”, si legge in un cartello all’entrata della bottega. E presto la cucina di Maria Carta abbraccerà anche quella delle altre blue zone del mondo: Okinawa (Giappone), Nicoya (Costa Rica), Icaria (Grecia), Loma Linda (California).

Laura Fois

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