Violenza sull’ex moglie, l’ex assessore regionale nega tutto

Tre ore di interrogatorio in carcere nel quale ha respinto ogni addebito. Marco Carboni, ingegnere, già assessore regionale dei Trasporti arrestato nei giorni scorsi a Cagliari con l’accusa di violenza sessuale e rapina ai danni della sua ex moglie, questa mattina ha scelto di rispondere a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari, Giampaolo Casula, e del procuratore aggiunto Gilberto Ganassi.

Difeso dall’avvocato Leonardo Filippi, l’ex esponente della Giunta del 2001, ha negato di aver fatto irruzione, con volto coperto, nella casa dell’ex moglie, provando a spiegare alcuni aspetti della vicenda che, ancora ora, non appare del tutto chiara. Secondo l’accusa, il 23 settembre l’ingegnere, che non avrebbe accettato la separazione, sarebbe entrato di nascosto nella villetta dove vive l’ex moglie, indossato una tuta mimetica e un casco integrale. Prima avrebbe cercato di strozzare la donna, per poi umiliarla e costringendola a spogliarsi. Alla fine sarebbe scappato con ottomila euro e due orologi di marca. A riconoscerlo, a quanto pare, oltre all’ex coniuge anche la figlia dodicenne, il suocero e la babysitter che erano presenti nell’abitazione al momento dell’aggressione.

Al Gip del Tribunale che ha disposto la custodia cautelare in carcere, Marco Carboni ha spiegato i suoi rapporti difficili con l’ex, negando però di essere l’autore dell’irruzione violenta. Tre ore di domande e risposte nelle quali l’indagato ha tentato di sollevare dubbi sulla ricostruzione fornita agli inquirenti dai testimoni. Ora il giudice Casula dovrà decidere se confermare la custodia cautelare in carcere o modificare la misura con una più lieve.

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