Stanno facendo il giro della Rete i funerali fascisti di Giampiero Todini, 72 anni, docente di Storia del Diritto italiano all’università di Sassari. In città i camerati si sono riuniti davanti alla chiesa di San Giuseppe, domenica alle 16,30, nel corso Regina Margherita di Savoia.
Nel video, postato su Facebook, si vede dapprima la preparazione: un tricolore con lo stemma dell’aquila romana viene posizionato sulla bara da Andrea Farris, responsabile di CasaPound a Sassari. Quindi una voce fuori campo urla: “Camerati, attenti”. I presenti uniscono i piedi e mettono le braccia lungo il dorso. La stessa voce dice poi: “Onori al professor Giampiero Todini”. Qualche secondo di silenzio e ancora: “Camerata Giampiero Todini”. Segue il saluto romano col braccio destro in alto e il grido “Presente”. Così tre volte. Fuori campo si sente ancora: “Camerati, riposo”. Loro si sistemano in posizione più rilassata sino al nuovo ordine: “Camerati, in libertà”. E il gruppetto di una ventina di persone si muove alla spicciolata con abbracci reciproci sempre vicino alla bara.
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Sulla stampa locale la morte di Todini, deceduto il 1° settembre, viene raccontata parlando di “unanime cordoglio della città”. Si ricorda che nel 1987 l’allora capo dello Stato, Francesco Cossiga, sassarese anche lui, conferì a Todini l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica e nel 1991 quella di Commendatore.
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La cerimonia fascista è stata autorizzata dalla famiglia del docente universitario: il video lo ha postato per primo su Facebook il figlio di Giampiero Todini, Luigi. Tra gli altri lo hanno rilanciato, ma con indignazione, la consigliere comunale di Città Futura, Lalla Careddu, la quale ha scritto: “Nella nostra città, sul sagrato di una chiesa, senza vergogna. Fascisti sdoganati”. Nel pomeriggio Careddu ha annunciato un esposto in questura che presenterà domani mattina. In rete, intanto, si diffondono polemiche anche sulla posizione della Chiesa: da un lato il parroco di San Giuseppe si dice “totalmente sorpreso”, dall’altro con una nota ufficiale la Curia scarica ogni responsabilità precisando che: l’officiante era assente e che i saluti romani sono stati fatti in strada (leggi qui).
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