Tar archiviato, venerdì nuovi dati Covid. Ma sino al 7 febbraio ‘limiti arancioni’

Il verdetto del Tar, che ha riconosciuto la correttezza del declassamento deciso dal ministero della Salute, è archiviato. Venerdi 5 febbraio sono attesi i nuovi dati. Ma sino a domenica 7 non c’è possibilità che la Sardegna cambi colore, quindi classificazione. Questo significa che per tutta la settimana, week-end compreso, non arriverà alcuna modifica sulle restrizioni.

Dunque sarà un altro fine settimana coi bar chiusi, quello che attende la Sardegna. Il ministero guidato da Roberto Speranza tra 48 ore diffonderà il nuovo report. Dai dati depositato dagli uffici romani al Tar sardo, risulta già il miglioramento. Ciò che fa supporre per l’Isola un ritorno nella fascia gialla. Ma sino al 7 febbraio non succederà niente: continuerà a restare in piedi anche il divieto di muoversi da un Comune all’altro, come previsto dalle limitazioni della zona arancione. Gli spostamenti sono consentiti solo per ragioni di studio, lavoro, salute e neecessità urgenti.

Insomma, commercianti e tutti i proprietari e i gestori delle attività commerciali devono ancora tirare la cinghia: al momento resta consentito solo d’asporto. Con le regole da zona gialla, invece, bar, ristoranti e gelaterie possono ricominciare a fare servizio a tavolino. Il declassamento nella fascia arancione non ha invece impedito il ritorno a scuola: dal primo febbraio sono tornati in classe gli studenti delle Superiori, che stavano facendo la didattica a distanza al 100 per cento. Adesso invece la quota di Dad è scesa al 50. Ma alcuni istituto sono pronto per arrivare al 75.

Come scritto dai giudici amministrativi, la Sardegna è stata retrocessa in zona arancione per via di quattro parametri (leggi qui le motivazioni). La Giunta, tramite l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, aveva parlo solo dei focolai nel Rsa e l’occupazione delle Terapie intensive oltre il 30 per cento. Ma dagli atti del Tar è risultato in aumento anche l’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti (come rilevato da Gimbe) e poi c’è il caso dei dati spediti in ritardo (lo ha raccontato il nostro giornale in un approfondimento ma la Giunta non ne ha parlato mai).

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