È morto, ma a sua insaputa. L’assurda vicenda è raccontata oggi su La Nuova Sardegna e riguarda una storia di burocrazia paradossale. Il protagonista è Alberto La Spina, titolare dell’omonimo negozio di arredamenti sulla Buddi Buddi, a Sassari. “Dopo la morte di mia madre sono andato negli uffici del patronato per chiedere il rateo della tredicesima – ha raccontato al quotidiano sassarese -, l’impiegata mi chiede i documenti per inoltrare la richiesta all’Inps e noto che sgrana gli occhi davanti al terminale. Poi guarda e riguarda me, sorpresa, e all’improvviso mi dice: ‘Senta, lo legga con i suoi occhi perché altrimenti non ci crede: lei è deceduto‘”.
Comincia così la lunga serie di telefonate all’Inps per risolvere l’inghippo, l’errore sembra essere partito dall’ufficio anagrafe del Comune di Sassari. Così il commerciante 55enne riesce a farsi rilasciare dagli uffici comunali il “certificato di esistenza in vita”. Per il Comune di Sassari Alberto La Spina è vivo, per l’Inps, invece, è morto. A questo va aggiunto il fatto che lo spiacevole equivoco non può essere chiarito “in presenza”. “All’Inps i contatti avvengono solo via cavo e su appuntamento – riporta La Nuova -. L’ultima volta sono stato chiamato martedì. L’impiegato ha fatto un’altra verifica e ha confermato l’avvenuta registrazione del decesso il 10 ottobre del 2020″. Poi il rimpallo con il Comune. Di certo c’è che il commerciante continua a ricevere gli avvisi delle tasse da pagare.