Usura con tassi di interessi fino al 240%: fratelli della ‘Sassari bene’ sotto accusa

La Procura di Sassari ha chiuso l’inchiesta su un presunto giro di usura che vede indagati tre fratelli della Sassari ‘bene’, due uomini di 59 anni e 43 anni e una donna di 52. Per loro, che oggi hanno ricevuto dagli agenti
della Questura l’avviso di conclusione delle indagini, si profila la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di
concorso in usura pluriaggravata. Vittime persone in condizioni di difficoltà economica e finanziaria, costrette a restituire i prestiti con interessi da strozzino.

L’attività condotta della Squadra mobile, e coordinata dal pm Angelo Becciu, è partita a inizio 2018, quando uno dei debitori, gravato dagli interessi usurai richiesti dai creditori, si è rivolto alla polizia di Stato per chiedere aiuto. Dall’attività investigativa è emerso che le vittime si erano rivolte a una nota famiglia sassarese per avere liquidità di denaro e poter far fronte a debiti pregressi. I fratelli, dopo aver accordato un prestito di alcune migliaia di euro, chiedevano un interesse del 20 per cento mensile. Per alcuni mesi i debitori sono riusciti a pagare, poi però hanno chiesto altra liquidità: gli interessi sono così schizzati alle stelle, impossibile per loto onorarli. Nell’aprile di due anni fa a una delle vittime è stata “trattenuta” anche l‘auto come garanzia della rata in scadenza.

Le indagini hanno portato a scoprire quei meccanismi nascosti dell’usura, con tassi di interesse del 240 per cento all’anno che avrebbero indirizzato la vittima a indebitarsi ancora, fino a mettere a rischio il proprio capitale, costituito da attività commerciali e immobiliari. È emerso inoltre che gli strozzini si sono serviti di una terza persona per costringere gli “insolventi” al pagamento, anche attraverso minacce dirette quali l’incendio dell’attività commerciale e dell’abitazione. Gli investigatori hanno accertato che una delle parti offese aveva accumulato un debito intorno ai 23mila euro, corrispondenti ai soli interessi di una somma percepita di circa
18mila e 200 euro.

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