Contrordine: la manifestazione in favore dei diritti civili programmata in piazza Italia a Sassari per sabato sera si farà. A poche ore dalla prima comunicazione del questore, che aveva notificato agli organizzatori il divieto di scendere in piazza per evitare tensioni con un sit- in delle Sentinelle in Piedi fissato per il primo pomeriggio nella stessa piazza, arriva invece il permesso: la manifestazione ‘SvegliatiSassari’ è autorizzata, con la sola richiesta di posticipare il suo inizio alle 18.
Soddisfazione per il Movimento Omosessuale Sardo e il coordinamento Diritti al Cuore che hanno deciso di portare anche a Sassari il flash mob collettivo programmato in tutto il territorio nazionale con lo slogan ‘Svegliati Italia, è ora di essere civili’. “Il buon senso e, forse, l’intervento del Sindaco e di altri hanno avuto la meglio e il Questore è ritornato sui propri passi – comunicano i portavoce del Mos -. Ci sono volute più di 24 ore per riconoscere che la proposta di mediazione fatta da Diritti al Cuore era giusta. Ora possiamo ricominciare a pubblicizzare una manifestazione che dovrà essere il più partecipata possibile, in gioco non c’è solo la regolamentazione delle Unioni civili per gay e lesbiche e il riconoscimento delle coppie di fatto etero/gay, ma i valori alla base della nostra convivenza civile: laicità, libertà e uguaglianza nel pieno rispetto del diritto all’autodeterminazione sul corpo e nelle scelte di vita”.
Oltre a Sassari, la manifestazione, che si svolge sabato 23 gennaio dalle 17 in altre ottanta città italiane a pochi giorni dalla discussione in Parlamento del disegno di legge sulle unioni civili ‘Cirinnà bis’, è in programma anche a Cagliari.
Gli organizzatori invitano tutti i partecipanti a portare con sé sveglie e orologi e a sintonizzare tutte le suonerie in modo da creare un unico, chiassoso allarme con l’obiettivo di “far capire a chi ci governa che il tempo è davvero scaduto. Perché è davvero ora – si legge nella presentazione dell’evento – che in Italia ogni amore venga riconosciuto e che i figli e le figlie di tutte e tutti siano tutelati. È ora, insomma, di essere civili e di fare un primo passo verso la piena uguaglianza”.
Francesca Mulas