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Unione sarda, è guerra. Il Comitato di redazione: “L’azienda discrimina e punisce”

“Un episodio che ha letteralmente choccato la redazione”. Questa la causa della decisione (“dolorosa”, scrivono) dei giornalisti de l’Unione sarda di astenersi dal lavoro venerdì impedendo l’uscita del numero di ieri, sabato. “L’azienda – afferma il comitato di redazione in una nota che appare sul numero oggi in edicola del quotidiano – ha sospeso per cinque giorni dal lavoro e dalla retribuzione un redattore, attribuendogli un fatto (nei confronti di un altro collega) che risulta smentito dalle testimonianze di tutti quelli che erano presenti”. L’azienda, secondo il Cdr, “al termine di un giudizio sommario, che la Federazione nazionale della stampa ha già valutato fuori dalle regole del contratto nazionale sulle sanzioni disciplinari, considera ‘confermato’ il fatto in questione, senza indicare neppure un riscontro del medesimo e pur avendo ricevuto per iscritto le smentite dei testimoni che essa stessa citava nella prima lettera di addebito al collega”.

La nota sindacale non indica i nomi dei protagonisti della vicenda. Ma fin dai giorni scorsi è emerso che si tratta di Nando Mura (il giornalista colpito dalla sanzione disciplinare) e di Francesca Figus, la figlia del direttore Paolo, che si sarebbe sentita offesa da un gesto compiuto al suo passaggio dal collega. Un fatto antipatico – molto probabilmente determinato da un reciproco malinteso, secondo il Cdr – che è diventato la causa di uno scontro molto duro tra i giornalisti l’azienda.

La quale, secondo il Cdr, anziché accogliere la proposta di mediazione avanzata dal sindacato per svelenire il clima, avrebbe eretto un vero e proprio “muro” rifiutando i confronto. “Ora – scrive il Cdr – è l’azienda che si permette di ‘scegliere’ tra noi, mostrando di fatto di non credere a colleghi-testimoni che ritengono, anzi, di essere stati citati in maniera molto inappropriata dall’azienda stessa. La redazione non si schiera con l’uno o con l’altro dei colleghi, ma non può accettare che l’azienda ‘processi’ e ‘condanni’ un redattore senza produrre la prova della sua responsabilità”.

Il Cdr quindi pone una serie di domande di carattere generale. Perchè l’episodio è considerato il frutto di clima deteriorato nelle elazioni sindacali e nei rapporti tra redazione, direzione e azienda: “Quale tipo di messaggio si vuole dare con una sanzione così pesante, la più grave possibile dopo il licenziamento? Chi si vuole colpire, e chi si vuole educare? E ancora: qual è stato in questa vicenda il ruolo del direttore? C’entra qualcosa il fatto che lo stesso direttore sia stato sfiduciato a dicembre dalla redazione? Sarebbe potuta accadere la stessa cosa prima della sfiducia?”

“Diciamo queste cose – scrive ancora il Comitato di redazione de l’Unione sarda – perché siamo veramente stufi di assistere,da mesi,a comportamenti che fanno sorgere l’odioso sospetto della discriminazione. Le giuste sollecitazioni a eliminare, per quanto possibile, i refusi negli articoli, rischiano ormai di trasformarsi nella caccia agli errori solo di alcuni: la gravità dell’errore sembra dipendere da chi ne è l’autore. Si pretendono carichi di lavoro sempre più pesanti da alcuni colleghi, segnatamente nelle redazioni locali, applicando diktat che non sembrano valere per tutti. Se qualcuno si è convinto che i mali de l’Unione Sarda siano tutti colpa dei suoi giornalisti (tanto da arrivare alla scelta, unica nel panorama editoriale italiano, di escludere totalmente la redazione del quotidiano dalla fattura del sito web che porta il nome de l’Unione Sarda), dovrebbe spiegarci com’è possibile che con gli stessi giornalisti siano stati segnati, tra il 2004 e il 2008, continui ed esaltanti aumenti di vendite.

Un quadro che il Cdr in sintesi definisce di “imbarbarimento dei rapporti interni”che non è in alcun modo addebitabile a una redazione che ha sbagliato, semmai, per eccesso di fiducia e prudenza nei confronti dell’azienda e della direzione”.

Secca la replica dell’azienda editoriale: “È stato molto doloroso per l’Azienda apprendere che la redazione di un giornale storico e autorevole come l’Unione Sarda, anziché esprimere la piena e incondizionata solidarietà a una collega fatta oggetto di irrispettose e irriguardose attenzioni, decida in pochi minuti, in una semideserta assemblea convocata all’ora di pranzo, di procedere a uno sciopero dopo aver emesso un acritico verdetto di totale assoluzione per il collega a cui l’azienda aveva comunicato una autonoma iniziativa di natura disciplinare ponderatamente adottata sulla base di fonti di prova chiare e convergenti”.

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