Una sottocapo: “Torturata in caserma”. La Marina: “Il nonnismo non c’entra”

Il fatto risale al 30 ottobre scorso: una sottocapo di 28 anni ha denunciato che durante la propria permanenza nella scuola sottufficiali di La Maddalena è stata “torturata per un anello”. Un anello che andava tolto perché “mi si stava gonfiando il dito, ma anziché mandarmi in ospedale me lo hanno levato in caserma”. Così nella notizia riportata dal quotidiano La Stampa che ha recuperato la denuncia della 28enne in cui si parla di “nonnismo”. A stretto giro la replica della Marina militare, a cui fa capo la scuola di La Maddalena. “L’episodio c’è stato ed è un fatto gravissimo – spiegano fonti qualificate -. Non a caso abbiamo avviato un’indagine interna, ma si tratta di una responsabilità individuale” legata a un superiore che “non ha mandato la sottocapo in ospedale, a differenza di come avrebbe dovuto fare in una situazione di questo tipo, anche su indicazione dell’ufficiale medico in servizio quel giorno. Il nonnismo, però, non c’entra assolutamente nulla”.

L’inchiesta interna è stata avviata contro un capitano di corvetta che si è improvvisato chirurgo e ha imposto che alla sottocapo l’anello venisse tolto con una ‘soluzione artigianale’, utilizzando gli arnesi contenuti in una cassetta degli attrezzi custodita nella stessa auto del capitano. E precisamente: un seghetto affilato, un paio di tronchesine, nastro isolante e fascette da elettricista, riporta il quotidiano torinese. Nel corso dell’intervento improvvisato si è anche aggiunto un tagliacarte. Tutto confermato anche dalla Marina militare. Tranne, appunto, la classificazione dei fatti come “episodio di nonnismo”.

Con l’indagine interna si dovranno accertare intanto le ragioni per cui il capitano di corvetta ha deciso di non seguire l’indicazione dell’ufficiale medico, secondo il quale l’anello andava tolto all’ospedale e non nella stanza dello stesso capitano, come poi è successo. Anche perché mani non esperte hanno ferito il dito della sottocapo, oltre a procurarle “una sofferenza da film horror”, ha scritto la 28enne nella denuncia su cui ha aperto un fascicolo pure la Procura di Roma.

Per la Marina militare è già assodato che alla sottocapo “si era gonfiato il dito a dismisura, ciò che avrebbe imposto di  professionisti esperti”, è la sottolineatura. Ma il capitano di corvetta ha deciso diversamente e adesso rischia un pesante provvedimento disciplinare, nel caso in cui la ricostruzione della 28enne trovasse definitiva conferma.

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