Un artigiano di Villacidro: “Sul lastrico dopo il lavoro alla Tav Roma-Napoli”

Chiamato alla corte di Astaldi, multinazionale italiana da tre miliardi di fatturato, per sistemare nella stazione di Afragola, tassello della Tav Roma-Napoli, le luci a catodo freddo lavorate nella sua azienda di Villacidro. Doveva essere un business per Raffaele Congiu. Un altro, per questo 51enne “nato e cresciuto nel Medio Campidano” e diventato, quando ancora era ragazzino, un artigiano dell’illuminotecnica insieme alla moglie Rosa. Invece “non solo non mi hanno pagato – racconta -, ma adesso mi ritrovo io debitore di 356mila euro. Una follia. Ho scritto al presidente Conte, ai vicepremier Di Maio e Salvini e anche al ministro Toninelli. Avevo accolto con speranza ed entusiasmo il Governo del cambiamento per le buone parole dette nei confronti delle imprese, per l’intuizione di usare come icona qualche imprenditore fallito al quale dire: ‘Lo Stato non ti lascerà solo’. Invece siamo più soli di prima”.

Parla al telefono Congiu. Sardinia Post lo ha contattato dopo che la sua lettera-appello è finita sulle pagine de Il Giornale. Una storia di colossi economici che si mangiano i piccoli. “Noi onesti. L’Italia che produce e non odia, non popola i social, non fa manifestazioni di piazza, non ne ha il tempo. Sta sulle piattaforme, nelle officine, negli studi professionali, nelle campagne e continua a sopportare le angherie di uno Stato nemico, capace di ascoltare solo chi sa urlare più forte”. Così ha scritto l’artigiano nella pec dell’ultima spiaggia.

“Se non si risolve la questione, rischio di chiudere”, dice. Tutto comincia a febbraio 2017, quando alla Rosa Neon di Villacidro, azienda con due dipendenti oltre Congiu e la moglie, arriva una chiamata. È un progettista della Astaldi, sede a Roma e un portafoglio clienti spalmato in settanta Paesi. Una garanzia, sulla carta. All’artigiano sardo propongono di illuminare le 151 travi di ferro che si allineano lungo due chilometri per formare la stazione-serpente lasciata in eredità dall’archistar Zaha Hadid. Progetto del 2003, “uno delle più geniali costruzioni al mondo”, ha rilanciato la tv inglese Bbc. Un mese dopo Congiu è a Roma, ingaggiato dalla Astaldi insieme a tutti i segreti del mestiere.

L’artigiano di Villacidro firma un contratto con l’intermediazione di una banca. Tecnicamente si parla di factoring. Vuol dire che Congiu, artigiano in sub-appalto, ottiene dall’istituto di credito i soldi per comprare il materiale e andare avanti col lavoro. Poi paga tutto la Astaldi. “Ma così non è successo – continua a spiegare -. Ieri, senza alcun preavviso, mi è arrivata una raccomandata dalla banca che mi intima a pagare 356mila euro entro cinque giorni”, vista l’insolvenza della stessa Ansaldi. “Così finisco sul lastrico. Non è possibile. Non c’è logica in questa decisione”. Congiu si è rivolto anche alla Italfer, l’azienda partecipata al 100 per cento da Ferrovie dello Stato e che per conto di quest’ultima si occupa di gestire i progetti e i bandi nazionali. Come quello di Afragola, inaugurato nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni.

Congiu lavora in Russia, in Germania e nel resto della Penisola. Qui, in Sardegna, illumina negozi e aeroporti, come quello di Alghero. “Lo Stato – dice – continua a non pagare i suoi debiti, ma pretende da cittadini e imprese la regolarità contributiva nonostante la propria inadempienza. Pretende il versamento delle imposte e dell’Iva, anche se le fatture non sono state incassate. Criteri fiscali insensati continuano a opprimerci. Il risultato sono titoli esecutivi emessi senza alcuna possibilità di difesa, sequestro e pignoramento anche i mezzi di produzione. A giorni il Governo approverà una riforma sulle irregolarità formali e che darà luogo a pene esemplari, più severe di quelle riservate agli stupratori e ai rapinatori. Ci inducono al fallimento, come se fosse una colpa aver creduto nel sogno di fare impresa e creare occupazione”. Congiu paragona lo Stato a un “oscuro minotauro che ha un incessante bisogno di sangue per alimentare la guerra dei sondaggi e il presunto consenso dal basso”.

Stasera l’artigiano di Villacidro parte per Roma. “Per un altro lavoro”. Ma con la paura che tra cinque giorni gli portino via tutto.”Io non ho più molto tempo e sempre meno speranze. Desidero solo un segnale concreto”. Dalla banca, da Astaldi, da Italfer. Purché sia. “Perché quei 356mila euro li devono a me, non il contrario”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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