Ultraleggero, indagini su morte Zanetti: guasto al motore, lo schianto e il rogo

Una perdita di potenza improvvisa del motore: sarebbe per questo che è precipitato l’ultraleggero con a bordo Gianluigi Zanetti, sessant’anni, direttore del settore Data-intensive computing del Crs4, che ha perso la vita nello schianto, e il fratello Massimo.

Al momento di certo c’è che la revisione e i documenti tecnici del velivolo erano in regola e che il pilota è in possesso di brevetto ed era uno esperto. I carabinieri di Portogruaro sono incaricati delle indagini del tragico incidente accaduto due giorni fa a San Michele al Tagliamento (Venezia), a occuparsene è la procura della Repubblica di Pordenone, ma del caso è stata investita anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.

Gianluigi Zanetti era arrivato insieme al fratello nell’aviosuperficie privata della spiaggia di Bibione, sul litorale di Venezia. Intorno alle 14.45 il decollo dell’ultraleggero: Massimo alla guida e Gianluigi passeggero. Ma il volo è durato pochi istanti. Il velivolo ha perso quota immediatamente e si è schiantato su un campo di mais a 200 metri dal luogo del decollo, prendendo fuoco subito dopo l’impatto. Per Gianluigi Zanetti non c’è stato nulla da fare: è rimasto intrappolato nel sedile ed è morto carbonizzato. Il fratello Massimo, 56 anni, è rimasto ferito in maniera grave e con l’elisoccorso è stato trasportato all’ospedale di Mestre.

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Solo dopo che il corpo sarà restituito alla famiglia saranno decisi data e luogo del funerale. Improbabile che le esequie siano celebrate a Cagliari dal momento che l’unico legame di Zanetti con l’Isola è il fatto che la Sardegna fosse solo il suo luogo di lavoro. Una rappresentanza del centro di ricerche di Pula attende notizie dalla famiglia per poter partecipare al funerale di un collega stimato sul piano umano e su quello professionale.

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