Uccise la compagna e portò via le figlie: bimbe terrorizzate dalla figura del padre

Per lungo tempo hanno tremato all’idea che Francesco Baingio Douglas Fadda tornasse. Il terrore delle due gemelle di 11 anni che esattamente un anno fa furono costrette ad assistere all’accoltellamento e uccisione della loro madre, Zdenka Krejcikova, la 40enne di origine ceca uccisa a Sorso il 15 febbraio 2020 dal suo compagno, è stato raccontato oggi nell’aula della Corte d’Assise di Sassari, dalle psicoterapeute della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Sassari che dopo la tragedia si presero cura delle due sorelline. Davanti alla Corte presieduta da Massimo Zaniboni, giudice a latere Giuseppe Grotteria, al pm Paolo Piras, all’imputato e al suo avvocato difensore, Lorenzo Galisai, la testimonianza delle psicologhe ha disegnato il trauma subito dalle bambine, rappresentate dagli avvocati di parte civile, Pietro Diaz e Teresa Pes. Una delle sorelle rifiutava perfino il cibo, mentre la gemella ha avuto bisogno di giorni prima di capire cosa fosse realmente successo e prendere coscienza che l’uomo che continuava a chiamare papà fosse l’assassino della mamma.

La loro condizione è migliorata dopo l’arrivo a Sassari della nonna materna, che ora le ha in affidamento. Ma il trauma per avere visto la mamma morire dopo una lunga agonia e la paura verso quell’uomo violento che l’ha uccisa restano come una cappa sul futuro. Al banco dei testimoni si sono presentati anche un avventore di un bar di Usini dove Fadda si era fermato con le bambine, subito dopo avere abbandonato Zdenka ormai in fin di vita a casa di un conoscente, e i carabinieri che avevano intercettato e inseguito l’uomo nella sua folle fuga a 200 chilometri all’ora lungo la 131, prima di arrestarlo nel parcheggio di un centro commerciale di Predda Niedda, a Sassari. Nelle prossime udienze saranno ascoltati altri testimoni dell’accusa e delle parti civili, prima della requisitoria del pm, delle arringhe degli avvocati e della sentenza, attesa per giugno.

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