Truffa sul fotovoltaico, chiuse indagini: avviso anche al fratello di Veltroni

Prima i sigilli agli impianti fotovoltaici, ai fabbricati, ma anche ai conti correnti e adesso la chiusura delle indagini. Si aggiunge un nuovo capito all’inchiesta sulla maxi truffa sul fotovoltaico relativa a due impianti a Santadi e San Giovanni Suergiu riconducibili alle società Enervitabio San Giovanni e Enervitabio San Nicola, che nel maggio scorso è sfociata nel maxi sequestro di beni e impianti, per circa 20 milioni di euro. Il pm Daniele Caria ha chiuso le indagini e inviato i relativi avvisi agli indagati. Tra i sei destinatari spicca il nome di Valerio Veltroni, fratello di Walter, consigliere della società Enervitabio di San Giovanni Suergiu; con lui sono indagati Paolo Magnani, responsabile della Enervitabio San Nicola di Santadi, Efisio Muntoni, Giovanni Battista Massa, Paolo Franco Balia e Roberto Bachis. I sei sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni del Gestore dei servizi energetici (GSE) di Roma e lottizzazione abusiva.
Le indagini condotte dal Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale a cui hanno poi partecipato, nella parte relativa all’analisi economica e dei flussi monetari gli specialisti del Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di finanza, sono partite circa un anno fa e si sono concentrate sulle due aziende titolari degli impianti fotovoltaici. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i titolari delle due aziende avrebbe dichiarato falsamente che la loro principale attività era quella agricola, ma in realtà veniva prevalentemente prodotta energia elettrica.

Tra le accuse c’è anche quella di lottizzazione abusiva. Secondo gli uomini del Corpo forestale gli indagati avrebbero raggirato il Gestore servizi energetici (Gse) di Roma, presentando un progetto totalmente difforme da quello approvato dagli uffici tecnici comunali di San Giovanni Suergiu e Santadi, realizzando così una lottizzazione abusiva.

Il primo colpo di scena dell’inchiesta è arrivato nel maggio scorso quando il Gip del Tribunale di Cagliari ha disposto il sequestro preventivo dei due impianti fotovoltaici del Sulcis e i terreni vicini. Sequestrati “per equivalente” oltre 130 tra fabbricati e terreni dislocati in Sardegna ed Emilia Romagna, 280 tra conti correnti e cassette di sicurezza nonché quote societarie per 16 milioni di euro, corrispondenti a quanto guadagnato con la maxi truffa.

Ma. Sc.

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