Trema la Provincia di Cagliari, indagine della Procura sulla Proservice

Blitz della Guardia di finanza, ieri mattina, negli uffici della Provincia di Cagliari. Nel mirino delle Fiamme gialle c’è la Proservice, società in house dell’ente intermedio nata con l’obiettivo principale di stabilizzare i lavoratori socialmente utili e già finita nel libro nero della Corte dei conti. I militari hanno sequestrato copia di tutti i documenti relativi alla società sia negli uffici dell’assessorato ai Lavori pubblici, in via Cadello, sia nella sede di viale Ciusa. In particolare, come riporta oggi il quotidiano L’Unione sarda, la magistratura contabile aveva avanzato parecchi dubbi sull’utilità della società e, soprattutto, aveva contestato il trasferimento di ingenti finanziamenti dalla Provincia alla Proservice, nonostante le ripetute perdite di esercizio.

Se nel 2005 i costi di mantenimento della società ammontavano a circa 798mila euro per poco meno di 40 dipendenti, cinque anni dopo l’organico ha toccato quota 187 persone, per una spesa totale i circa 4,5 milioni di euro, comprese diverse consulenze esterne. Il problema, secondo la Corte dei conti, è principalmente uno: non si comprende quali benefici, in termini di gestione ed efficacia dei servizi, siano arrivati dalla Proservice. Questo, insieme ad altri rilievi, ad esempio, sulla regolarità del versante contabilità, avrebbe arrecato un danno patrimoniale alla Provincia.

Nella relazione della Corte, si evidenzia “l’insufficiente collaborazione delle Autorità Provinciali in sede istruttoria, con sistematici ritardi nella trasmissione degli atti” e i notevoli ritardi nell’approvazione dei bilanci.

Il prospetto generale sulla Proservice pubblicato poi sul sito istituzionale della Provincia riporta gli utili registrati nel triennio 2009/2011. I numeri parlano da soli: se quattro anni fa il bilancio poteva contare su un attivo vicino ai 300mila euro, due anni fa si è scesi verticalmente a poco più di 10mila.

Dal medesimo documento si evince l’entità degli emolumenti corrisposti all’amministratore unico Ombretta Ladu (52.675 euro annui), già dirigente regionale del Partito democratico di area bersaniana e al direttore Simone Rivano (50.048 euro annui), già candidato sindaco del Partito democratico ad Assemini alle penultime amministrative e sconfitto dal pidiellino Paolo Mereu.

 

 

 

 

 

 

 

 

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