Trasporti e veicoli per i viaggi spaziali, Sardegna a capo del progetto nazionale

L’aerospazio ha casa in Sardegna. Si chiama ‘Generazione E’ ed è il progetto che, coordinato dal Dass e dall’Università di Cagliari, ha come obiettivo la ricerca e sperimentazione di materiali, “sistemi diagnostici e di controllo ambientale per i veicoli di trasporto spaziale di generazione evoluta”. Un programma di lavoro che unisce istituzioni, università e aziende private che vanno dal Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), in qualità di capofila, al dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari, continuando con il Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), la società Innovative materials (Imm), il Centro ricerca aerospaziale Sapienza (Cras), il Distretto tecnologico nazionale sull’energia (Ditne) con l’Università del Salento, la società Sophia high tech, l’Università di Perugia e la società Avio. A coordinarlo, Giacomo Cao (nella foto), docente all’università di Cagliari e presidente del Dass. La presentazione del pèrogetto è avvenuta a Roma alla Casa dell’Aviatore.

Si prevede una durata di 30 mesi e costi per 4 milioni, di cui due a carico del Miur da cui è finanziato (attraverso il bando di ricerca industriale e sviluppo sperimentale seguendo la tematica Aerospazio). “I principali obiettivi, nell’ambito del settore della propulsione spaziale – fanno sapere i promotori -, riguardano l’analisi delle relative prestazioni attraverso modelli calibrati su risultati di test a terra, lo sviluppo di metodi di caratterizzazione di materiali ad alta temperatura, la realizzazione di un prototipo per l’abbattimento delle emissioni per prove a terra e lo sviluppo di tecniche di diagnostica avanzata”.

Un riconoscimento importante per il Distretto aerospaziale sardo come chiarisce Cao che aggiunge: “Si tratta dell’approvazione del primo progetto a carattere nazionale che vede il distretto capofila di un partenariato di grande valore e competenza”.

“Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto che – rimarca – consente ad alcuni soci, quali l’Università di Cagliari, titolare di una quota progettuale di circa un milione e quattrocento mila euro, il Cira e la Im, di poter contribuire in modo diretto all’iniziativa Sptf (Space propulsion test facility), annunciata dal socio Avio nel luglio 2017 e in parte già avviata in Sardegna”. Un’opportunità, come è stato chiarito nel corso della presentazione che vede l’isola, attraverso le sue strutture protagonista in un settore considerato strategico.

D.Ma.

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