Traffico di droga tra Sardegna e Campania, arrestati 8 cagliaritani

Ci sono otto cagliaritani, tra cui un’intera famiglia, tra le undici persone arrestate oggi per un traffico di droga tra Sardegna e Campania. In carcere sono finiti: Stefano Medda, 44 anni; Carlo Tintis, 46; Gaetano Tintis, 59; Antonio Tintis, 36; Matteo Tintis, 29; Fabrizio Moroni, 44; Fabrizio Medda; 21 (già detenuto); Vittorio Piras, 21. L’operazione, denominata Panta Rei, è scattata all’alba. Sotto sequestro anche numerosi beni, mobili e immobli, valutati in quattro milioni di euro. Gli undici arrestato sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione e porto illegale di esplosivo. La Polizia si è occupata di ricostruire le spedizioni della droga, mentre la Guardia di finanza ha accertato lo stato patrimoniale della banda, tra cui è risultato un conto bancario aperto in Germania.

L’indagine è partita nel 2015, coordinata dalla Direzione centrale dei servizi antidroga, in capo alla Dda di Cagliari. Venne accertata l’esistenza “di un sodalizio criminale che operava con le modalità tipiche del metodo mafioso”, hanno spiegato i vertici di Polizia e Fiamme gialle in una conferenza stampa (nella foto). “Nel corso dell’attività sono stati acquisiti elementi di colpevolezza” a carico di “pregiudicati sardi e campani”. E oltre gli otto cagliaritani arrestati sono finiti in manette tre napoletani: Luigi Del Prete, 28 anni; Carlo De Luca, 31; Emiddio Romano, 39. In due anni, dalla Campania sono arrivati in Sardegna 10,4 tonnellate di hashish, divise in trenta carichi. Le spedizioni, hanno accertato gli inquirenti, avvenivano “la copertura della società alimentare Savi di Napoli e a favore di una cagliaritana, sempre fittizia, chiamata ‘Bevande distribuzione‘ e riconducibile a Matteo Tintis”.

In seguito all’avvio delle indagini, si sono susseguiti quattro diversi episodi. Il 5 febbraio 2016 era in giacenza a Sestu, nel capannone della ditta Villano, un carico di hashish: in tutto 300 chili di hashish, nascosti tra le pedane di birra e pronti per essere spediti alla ditta Bevande distribuzione con sede a San Gavino Monreale. Lo stesso mese di febbraio, ma il giorno 21, a Quarto, in provincia di Napoli, il 28enne Del Prete, secondo la ricostruzione degli inquirenti, aveva fatto esplodere un ordigno davanti a un bar-tabacchi con attività di scommesse. Una vendetta, per la Polizia: Del Prete accusa il titolare di aver ‘spifferato’ particolari che portarono al sequestro della droga spedita a Sestu.

Sempre nel 2016, ad aprile, vengono arrestati Fabrizio Medda e Fabrizio Moroni per un carico di droga nascosto dentro una barca di tredici metri fatta attraccare al porto di Cagliari. Secondo Polizia e Fiamme gialle l’operazione l’aveva gestita ancora era Emiddio Romano che, a sua volta, aveva eseguito un ordine di Del Prete. Il quale nel tempo avrebbe ricompattato la banda facendo leva sulla minaccia degli attentati. Infine l’arresto di Carlo Tintis, a giugno 2016: il 46enne era stato trovato un 480 chili di hashish, sistemati in una cassa di legno. Per gli inquirenti, la banda sardo-campana non solo gestiva un traffico illecito,  ma “era pericolosa anche per la violenza espressa”, come nel caso dell’attentato dinamitardo commesso a Quarto. È stata anche accertata “la capacità di assistere economicamente i sodali tratti in arresto nonché le loro famiglie duranti i periodi di detenzione”. I carichi di droga finiti sotto sequestro avrebbero fruttato 20 milioni di euro.

 

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