Traffico di armi ed esplosivi, la banda rivendeva in tutta Ogliastra

Trafficavano con armi, munizioni ed esplosivo militare che rivendevano al mercato nero in tutta l’Ogliastra con tanto di prezzario. Armi clandestine modificate, risultate rubate dalla stessa banda in diverse occasioni. Ma pianificavano anche ritorsioni contro le forze dell’ordine e la magistratura che conducevano le indagini su di loro. Questa mattina all’alba i carabinieri della Compagnia e del commissariato di Lanusei e gli uomini dell’Ispettorato Forestale hanno smantellato un’organizzazione criminale eseguendo quattro ordini di custodia cautelare in carcere. Tutte di Arzana le persone arrestate: Vincenzo Beniamino Marongiu, di 45 anni, ritenuto il capo-promotore del sodalizio, Nicolò Piras, di 27, Federico Luigi Laisceddu, di 34, volontario antincendio, e Stefano Marongiu, di 33.

A tutti viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di ami clandestine ed esplosivo militare. Marongiu, in particolare, è risultato ancora in possesso di parte dell’esplosivo trafugato nel deposito militare di Campomela, in provincia di Sassari, nel 1997, reato per il quale ha già una condanna passata in giudicato. Laisceddu, approfittando del suo ruolo di volontario della Protezione civile, si occupava di nascondere le armi in luoghi sicuri, quando le operazioni di spegnimento degli incendi facevano riemergere armi precedentemente interrate dalla banda. Le indagini hanno consentito di recuperare armi rubate in un grosso furto – due pistole Beretta, due fucili e una carabina – messo a segno nel dicembre del 2014 a Lanusei nell’abitazione della famiglia Contini. Buona parte delle quali sono state sequestrate a Marongiu. L’8 ottobre 2016 i quattro componenti della banda erano stati sorpresi ad Arzana ad essicare sette chili e mezzo di marijuana e per questo arrestati. “I servizi effettuati e le migliaia di intercettazioni captate – ha spiegato il procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo nel corso di una conferenza stampa – hanno permesso oggi di chiudere il cerchio. Un’indagine interforze che ha visto in campo il lavoro congiunto di Carabinieri, Polizia e Forestali e che ha permesso di dare il colpo decisivo a una pericolosa associazione che forniva armi utili per compiere delitti, particolarmente numerosi in questo territorio”.

 

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