“Speranza Ponti non si è suicidata”. Accertamenti smentiscono il compagno

Gli accertamenti degli specialisti del Ris di Cagliari smentirebbero l’ipotesi del suicidio di Speranza Ponti, la 50enne originaria di Uri (Sassari), scomparsa dai primi di dicembre e il cui corpo è stato ritrovato il 31 gennaio, abbandonato fra i cespugli di Monte Carru, alla periferia di Alghero. Per la sua morte è stato arrestato il fidanzato, Massimiliano Farci, 53 anni di Assemini (Cagliari), ergastolano in regime di semilibertà, sospettato di averla uccisa per impadronirsi del suo conto in banca.

L’uomo ha riferito agli inquirenti di aver trovato la compagna suicida in casa, impiccata, e di avere solo portato il cadavere in un luogo a lei caro. Una versione che secondo quanto trapela dai risultati delle verifiche compiute dai carabinieri del Ris, non reggerebbe. I militari non avrebbero trovato riscontro alle dichiarazioni di Farci, che ha raccontato di avere trovato Speranza Ponti impiccata con un lenzuolo, legato alla maniglia di una porta interna a vetri e fatto passare oltre la porta stessa. Fatti che discorderebbero da quanto appunto accertato dai carabinieri del Ris.

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Dall’ordinanza di convalida dell’arresto nei confronti di Farci emerge poi che l’uomo aveva gravi problemi di debiti e Speranza Ponti gli aveva prestato del denaro per aiutarlo. Denaro che da mesi era al centro di continue liti all’interno della coppia. Liti che rasentavano la violenza e durante le quali Farci offendeva pesantemente la sua compagna, tanto che negli ultimi tempi lei aveva confidato alle amiche di non essere più felice con lui, e che se non le avesse restituito i soldi, lei avrebbe messo fine alla loro relazione. La vittima aveva raccontato alle amiche di avere prestato prima mille euro a Farci per far fronte ai costi di gestione della pizzeria di via XX settembre, dove lei stessa lavorava. Poi di avergli dato anche una parte dei soldi che la donna aveva incassato dalla vendita della sua casa di Genova. E proprio i soldi, secondo l’inchiesta della Procura di Sassari affidata al sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, sarebbero il movente dell’omicidio. Farci dopo la morte della donna ha prelevato contanti al bancomat con la carta di Speranza Ponti. Una decina di prelievi per un totale di 5mila euro. Soldi che sistematicamente andava poi a versare sul proprio conto corrente.

Inoltre, secondo il gip del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu, che ha convalidato l’arresto di Massimiliano Farci e disposto la custodia in carcere, il presunto assassino avrebbe messo in atto un minuzioso piano per depistare le indagini avviate dai carabinieri della Compagnia di Alghero, dopo aver ricevuto la denuncia di scomparsa da parte della famiglia della donna. Per far credere a tutti che Speranza si fosse allontanata volontariamente ha inviato messaggi su Whatsapp alla sorella dal telefono della vittima e ha pubblicato diversi post sul profilo Facebook della donna. I tabulati telefonici hanno rivelato che il cellulare di Speranza Ponti non è mai uscito dalla pizzeria gestita da Farci e che i vari messaggi partiti dopo la sua scomparsa sono stati quindi inviati da Alghero. Farci aveva anche chiesto a un conoscente di inserire la sim di Speranza Ponti in un telefono e di spedirlo all’estero, da altri conoscenti, in modo che da eventuali verifiche risultasse che la donna si trovava fuori dall’Italia. Non solo, a un amico aveva chiesto anche di modificare lo sfondo di un video dove appare Speranza, per far credere che si trovasse in Spagna. E di creare un file audio cucendo insieme estratti di altri audio con la voce della donna, per farle dire che stava bene. Tutti stratagemmi pensati per tenere tranquilli amici e familiari di Speranza, e allo stesso tempo sviare le indagini dei carabinieri.

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