Sottopagati al villaggio di Cala Gonone: ‘Mille euro al mese per 10 ore al giorno’

“Mille euro al mese per dieci ore di lavoro al giorno”. È questa la paga media al Villaggio Palmasera di Cala Gonone, dove la settimana è scorsa è cominciata la fuga dei lavoratori. Dimissioni in massa. Prima ha detto addio una sessantina di cameriere ai piani (leggi qui), poi ha deciso di andarsene un’altra ventina di persone impiegate in cucina (qui la cronaca). L’ammontare degli stipendi, e più in generale del trattamento economico, lo ha raccontato a Sardinia Post uno dei lavoratori che hanno scelto di rinunciare allo sfruttamento. Non scriviamo il nome né indichiamo particolari che possano far risalire all’identità della persona che ha parlato col nostro giornale, proprio per evitare di esporla a una qualche ritorsione.

Di certo c’è che a Cala Gonone, frazione di Dorgali, la situazione si è fatta pensatissima, se già una settantina di occupati ha preferito non prestare il fianco a condizioni di lavoro inaccettabili. E in gran parte si tratta di persone che da anni erano impiegati nella struttura, in alcuni casi anche da due decenni. “In quei mille euro – continua il racconto – sono compresi il Tfr e le quote di tredicesima e quattordicesima. Uno stipendio davvero da fame per un numero di ore totalmenter fuori contratto, perché si arrivava a dieci ore quotidiane”. Con una giornata di riposo a settimana.

Al Villaggio Palmasera la gestione è cambiata quest’anno. Da gennaio alla famiglia Checchi di Roma, quella del capostipite Ferruccio che proprio nella struttura, nel 1995, venne sequestrato dall’Anonima sarda, è succeduto il gruppo Club Esse, una catena alberghiera, sempre con sede nella Capitale, che gestisce villaggi vacanze in tutta Italia. A Cala Gonone il gruppo che è subentrato ha in mano anche una struttura vicina, il Club Esse beach village. “Sapevano – dice ancora l’ormai ex dipendente del Palmasera – che tra noi e loro, quando c’erano ancora i Checchi, i contratti erano diversi. I nostri sempre migliori. Col passaggio di mano tutto è cambiato, ma lo sfruttamento non è una condizione davanti alla quale si può e si deve chiudere un occhio”.

Ieri il Dg del Club Esse, Gianni Russo, ha dato la propria versione dei fatti e ha scaricato sui lavoratori le colpe delle dimissioni, sostenendo che i dimissionari “non ci hanno dato il tempo di organizzarci”. Russo ha poi detto che “nei nostri resort nessuno si era mai lamentato (leggi qui la dichiarazione completa)”. Adesso si attende che i sindacati ci mettono la faccia, se la tutela dei lavoratori interessa davvero a qualcuno. Perché finora al Palmasera il sacrificio della ribellione è tutto sulle spalle di chi ha avuto il coraggio di non essere schiavo.

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