Sostegno negato a due studenti disabili: le famiglie decidono di tenerli a casa

L’insegnante di sostegno non c’è e la madre di una studentessa ha deciso di ritirare la figlia da scuola. È accaduto in un istituto del Sassarese ad una disabile di 19 anni. La vicenda viene raccontata dalla stessa mamma su Facebook in alcuni post diventati poi virali.

“Bene: anche oggi F. si ritrova sola in classe a guardare i suoi compagni che fanno lezione, poiché lei non ha ancora nessuna insegnante, cosa dovutagli – scrive la donna. – Pensate: una ragazza seduta per quattro ore in un banco a guardare i compagni. Mi vedo costretta a ritirare F. da scuola. Sicuramente tutto ciò avrà dei conseguenti danni morali sulla ragazza”. Un caso simile, sempre nel Sassarese, è stato raccontato da La Nuova Sardegna: si tratta di uno studente delle medie costretto a restare a casa per la mancata nomina dell’insegnante di sostegno.

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E proprio alla luce dei due casi i sindacati hanno deciso di prendere posizione. “Se la situazione non dovesse cambiare, siamo pronti a proclamare uno sciopero. Non è possibile che decine di ragazzi siano costretti a restare a casa perché viene loro negata l’assistenza e quindi il diritto allo studio”, annuncia il segretario generale della Cisl Fp territoriale, Paolo Dettori, che oggi ha partecipato ad un vertice in Provincia a Sassari per cercare di risolvere la situazione dell’assistenza negata.

La riunione, convocata dal commissario della Provincia, Pietrino Fois, si è conclusa con l’impegno di fare pressing sulla Regione per sbloccare i fondi destinati ad aumentare le quote di servizio assegnate ai vari istituti scolastici. “Apprezziamo l’impegno e la disponibilità dimostrati dal commissario Fois e ci auguriamo che ci siano novità positive entro la prossima settimana – dice Dettori -. Disponibilità che invece non abbiamo riscontrato nelle parole e nell’atteggiamento del dirigente dell’ufficio scolastico”.

“Le scuole stanno facendo il possibile – assicura all’Ansa il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani – ma il problema è strutturale. In Sardegna abbiamo tremila insegnanti di ruolo. E per altri tremila casi si deve ricorrere ai supplenti”. Ma cosa sta succedendo in questi giorni? “Le scuole chiamano dalle graduatorie d’istituto a scorrimento – spiega il provveditore – ma le risposte arrivano con il contagocce perché gli insegnanti cercano e aspettano sempre la chiamata più adeguata alle loro esigenze, e così si perde tempo. Capiamo i problemi e le esigenze delle famiglie, ma bisogna intervenire alla radice. Quando in una casa si ravvisa una perdita d’acqua è inutile tinteggiare sopra la macchia, bisogna intervenire sulle tubature”.

Le chiamate sono rivolte in primis ai docenti specializzati, poi man mano si cercano gli altri insegnanti, magari alla prima esperienza con il sostegno. L’Abc, l’associazione dei bambini cerebrolesi, in tutta Italia ha già vinto circa 500 casi in tribunale, come racconta il presidente nazionale Marco Espa. Se ne parlerà il 12 ottobre a Cagliari in un convegno dal titolo “Personalizzare, coprogettare, includere: la qualità dei servizi sociali e scolastici per le persone con disabilità in Italia”. E a tenere banco sarà la carenza degli insegnanti di sostegno.

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