Sorso, uccise la compagna in un locale: è accusato anche di lesioni sulle figlie

Lesioni gravi e lesioni gravissime. Sono le accuse che il pm della Procura di Sassari, Paolo Piras, ha aggiunto al capo d’imputazione per tortura nei confronti di Francesco Baingio Douglas Fadda, il 45enne sassarese che il 15 febbraio 2020 ha ucciso la sua compagna Zdenka Krejcikova, 40 anni, di origine ceca, colpendola con un coltello all’interno di un bar di Sorso, dove la donna si era rifugiata in cerca di aiuto con le due figlie gemelle oggi 12enni. Proprio loro, le due bambine, costrette prima ad assistere all’accoltellamento e all’agonia della loro mamma, e poi trascinate in auto in un lunga notte di fuga per mezza provincia, sono le ulteriori vittime della violenza di Fadda.

Nell’udienza che si è svolta oggi in Corte d’assise a Sassari il pubblico ministero ha voluto modificare il capo d’imputazione per tortura specificando le lesioni gravi, psicologiche e fisiche subite dalla bimba disabile e gravissime per la sorella. Come testimoniato dalle psicologhe del centro di Neuropsichiatria infantile di Sassari che si erano prese cura delle gemelle subito dopo la tragedia, le due 12enni hanno subito gravi traumi: la bimba disabile aveva rifiutato per giorni il cibo, l’altra era stata convinta da Fadda che la mamma si fosse accoltellata da sola. Le gemelle avevano anche dei vistosi lividi che secondo l’accusa furono causati dai maltrattamenti dell’imputato.

Oggi hanno sfilato altri testimoni dell’accusa, che davanti alla Corte, agli avvocati di parte civile, Pietro Diaz e Teresa Pes e al difensore di Fadda, Lorenzo Galisai, hanno raccontato l’indole violenta dell’uomo e il rapporto contrastato con la vittima. Mentre in aula si teneva il dibattito, davanti al Tribunale si è svolto – come in occasione di tutte le udienze – un sit in organizzato dall’associazione NoiDonne 2005, con la partecipazione di una rappresentanza del Centro antiviolenza Prospettiva Donna e della Conferenza delle Donne Democratiche della Provincia di Sassari. “Continueremo a seguire il processo e a chiedere giustizia per Zdenka Krejcikova, le sue bambine, la sua famiglia”, hanno spiegato le attiviste. Il processo riprenderà ad aprile con gli ultimi testimoni dell’accusa e l’esame dell’imputato che per la prima volta darà la sua versione dei fatti.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share