Sindacopoli, il pentito ‘confessa’ le mazzette per la Sassari-Olbia

Girolamo De Sanctis, il costruttore romano che secondo l’accusa ha versato una tangente da 800mila euro per il lotto 8 della Sassari-Olbia, ha confessato. L’imprenditore si è presentato ieri davanti al pm di Oristano, Armando Mammone, e in una deposizione-fiume durata sette ore ha raccontato il sistema di Sindacopoli applicato sul più grande appalto pubblico della Sardegna. Il raddoppio della dorsale del Nord vale infatti oltre un miliardo di euro.

De Sanctis, 77 anni, è arrivato nell’ufficio del magistrato inquirente accompagnato dal suo avvocato, Filippo Dinacci, il quale ha chiesto per il proprio assistito la revoca dei domiciliari, adesso che ha collaborato. Il costruttore romano è stato arrestato lo scorso 5 aprile e da allora ha anche il divieto di esercitare le funzioni direttive nella sua omonima società che si è aggiudicata il lotto 8 formando un Rti (raggruppamento temporaneo d’impresa). Ne facevano parte la Erregi di Giovanni Zallocco (sempre con sede nella Capitale) la Delussu costruzioni, a sua volta associata con la Essepi engineering di Salvatore Paolo Pinna, l’imprenditore desulese considerato dagli inquirenti il faccendiere di Sindacapoli, l’intermnediario tra la politica e le imprese che si erano aggiudicate gli appalti.

L’impresario romano ha ammesso di aver versato una mazzetta da 800mila euro, di cui 20mila in banconote da 20 euro che lo stesso De Sanctis aveva portato in Sardegna in una valigetta e consegnato a Pinna (qui la ricostruzione sulla ripartizione dei soldi).

Con la confessione di ieri il pm Mammone ha potuto trovare riscontro sul quadro accusatorio delineato in un anno di indagini, alle quali hanno lavorato anche il Nucleo di polizia tributaria della Fiamme gialle e i carabinieri. Questo attraverso decine e decine di intercettazioni ambientali e passando al setaccio i computer e le pen-drive sequestrati.

In particolare è stato confermato il ruolo della politica, visto che sulla gestione degli appalti della Sassari-Olbia – sempre stando all’accusa – avevano messo le mani il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonello Peru, e l’ex esponente della massima assemblea sarda, Angelo Stochino, entrambi ancora in carcere e accusati di associazione per delinquere. L’uno per il lotto 8 della Sassari-Olbia, l’altro per il numero 3, appalto il quale sarebbe stata pagata un’analoga tangente dia800mila euro. I due rappresentanti del Pdl avrebbero incassato i soldi sotto forma di false parcelle intestate alla fidanzata di Peru e alla sorella di Stochino, ma sono accusati di aver gestito in maniera illegittima anche altri bandi minori in piccoli Comuni. Compresi i porticcioli turistici di Terternia e Tortolì.

Sulla revoca dei domiciliari chiesta dall’avvocato del costruttore romano il pm Mammone non si è opposto, m,a nel merito deciderà adesso il gip di Oristano, Annie Cecile Pinello, che il 5 aprile scorso aveva firmato le nuove diciassette ordinanze di custodia cautelare. Il verdetto potrebbe arrivare già nella mattinata di oggi.

L’interrogatorio di De Sanctis è stato secretato. Ma nelle sette ore di deposizione sono stati ricostruiti anche i ruoli dell’ingegnere Fulvio Pisu e dell’ex docente universitario Carlo Bernardini, rispettivamente componente e presidente della commissione aggiudicatrice del lotto 8. Quella per la quale risultano “gravi indizi di reità” nei confronti dell’europarlamentare Salvatore Cicu, visto che, risulta ancora agli atti della Procura, Pisu venne dirottato all’improvviso sul lotto 8 (qui l’approfondimento).

 

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